Dalla raccolta all'istituzione


La radio può sembrare oggi un oggetto antiquato, di quelli che si tengono accantonati in qualche angolo polveroso perché non ci si decide a disfarsene. Se, però, si conduce un'indagine attenta si scopre che la radio ha un suo foltissimo pubblico e che, al contrario di quel che sembra, non è stata battuta dalla televisione. E uno strumento che fa compagnia, la radio, e non costringe a starsene seduti con gli occhi fissi su un teleschermo. E una voce che accompagna in tante ore della giornata: una voce discreta che s'insinua nel lavoro, nello studio, nei momenti di relax senza mai disturbare e senza mai distrarre l'attenzione dalle occupazioni alle quali ci si dedica. La radio può essere una passione cui restare fedeli per molti anni o per l'intera vita. Ne sanno qualcosa i collezionisti che vanno a caccia (presso privati o nei mercati antiquari) di apparecchi interi o di pezzi particolari (valvole, antenne, manopole) da recuperare o per completare un apparecchio di un pezzo mancante o per "salvare" un oggetto non più d'uso comune. A Tuglie (Lecce), è proprio dalla passione di un collezionista, Salvatore Giuseppe Micali, che nasce l'idea di un Museo della Radio. Micali è stato sottufficiale di Marina e nella sua funzione i capoturno della stazione radio di bordo e capoposto della stazione di guerra ettronica si è trovato continuamente a contatto con strumenti ed apparecchiature radio, Anche suo padre era stato in Marina e gli aveva trasmesso un vivace interesse per il mondo e gli strumenti delle comunicazioni via etere. Espletando il proprio servizio, Micali non solo era diventato conoscitore esperto li strumentazioni di comunicazione ma, sbarcando nei luoghi del mondo dove lo portava la sua mansione, recuperava pezzi rari, spesso di notevole valore storico: ad esempio, un trasmettitore telegrafico Edison acquistato in Canada nel 1967 o dei ricevitori a galena o, comunque, esemplari di difficile reperibilità scovati a Tolone, in Francia. I "pezzi" scoperti col fiuto del segugio, raccolti e risistemati con materiali originali attraverso anni di dedizione e di certosino lavoro, finiscono per costituire una "collezione", una "raccolta" di grande valore e non usuale per un privato cittadino. Nasce, a poco a poco, l'idea che quel materiale reperito in tanti anni di ricerca paziente possa essere messo a disposizione in primo luogo dei concittadini tugliesi, poi di chiunque abbia interesse a vederlo, a esaminarlo, a studiarlo. Si profila così, lentamente, l'idea di un Museo della Radio da realizzare nell'ambito di una comunità piccola ma non priva di iniziative in campo culturale.

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