Un libro su Brunetto Latini è una sfida, e non di quelle semplici.
Schiacciato tra una identità storica ancillare (“maestro” di Dante,
“ideologo” del regime di Popolo di Firenze, “portavoce” degli angioini,
“anticipatore” delle idee repubblicane) e una posizione
storico-culturale sfuggente (poeta? compilatore? epistolografo o
oratore?), Brunetto sembra essere sfuggito a una presa totalizzante,
monografica, da parte degli studiosi.
Il convegno che si è tenuto all’Università Ca’ Foscari di Venezia
(intitolato un po’ provocatoriamente Brunetto Latini intellettuale
totale) non ha ambito a proporre una rassegna, né tantomeno uno status
quaestionis intorno alle opere di Brunetto. L’intenzione era, invece,
quella di avvicinare la figura storica dell’autore fiorentino da tutte
le possibili angolazioni, nella consapevolezza che, nel caso in
questione, l’interdisciplinarietà è meno una parola-passpartout e più
un’esigenza imprescindibile della ricerca.
La vita, l’attività politica, l’opera poetica, la consapevolezza
autoriale, l’imponente impegno come traduttore, la costruzione di
un’enciclopedia dei saperi moderna, e infine la ricezione: materiale (la
tradizione manoscritta) e immateriale (il lascito intellettuale e la
memoria storica). Tutti ci sono sembrati dei temi che meritavano un
approfondimento specifico da mettere in relazione con una visione
globale. Il volume che ne è risultato è il frutto di un lavoro piuttosto
lungo da parte di un gruppo di autori che si sono presi il carico di
fornire degli interventi impegnativi e novatori.
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Tuglie...per raccontar paese...
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