Tuglie...per raccontar paese...
 
Tuglie...per raccontar paese...


Almanacco

Martedi` 19 Marzo 2024
Oggi si festeggiano:
S. Giuseppe sposo di M.V.
SS.Apollonio e Leonzio
S.Ausilio


A chi oggi festeggia
onomastico o compleanno
ed è nato sotto questo segno:
Auguri!

Proverbio del giorno
S.Giuseppe frittellaio, è un dì per metà festaio

Home

Calendario 2013
Festa Patronale 2011
Festa Patronale 2012
Festa Patronale 2014
Manifestazioni & Eventi

Televideo RAI


TUGLIE
Borgo della Civiltà Contadina del Salento
I frantoi ipogei
Museo civiltà contadina
FSE al Palazzo Ducale

L'informazione oggi
Il Corriere-Politica
Il Corriere-Cronache
Repubblica-Politica
Il Foglio
Repubblica-Prima pagina
Panorama
Il Fatto Quotidiano
Il sole 24 ore
Giornalettismo.com
AffarItaliani.it
Corriere salentino
Lecce Prima on line
Il paese nuovo on line
PiazzaSalento on line
Il Quotidiano di Puglia
Gazzetta Mezzogiorno
Il Giornale
Libero
La Stampa
La Gazzetta dello Sport
La Gazzetta Calcio
Notizie di Borsa
ANSA-Top news
ADN-KRONOS Politica
AGI Cronaca
AGI Politica

Andiamo al cinema?
I films in provincia
A Casarano
A Gallipoli
A Taviano
A Collepasso
A Nardò
A Surbo
A Lecce
Guarda tutti i trailer

Il paese della Calandra
di Raimondo Rodia
Il mercato in piazza
La grotta dei cervi
I dolci di Natale
I gelati e la pasticceria..
18 aprile 1948
Mesciu Saulle
Michele Cuppone
Il Salento che vorrei
La notte di S. Giovanni
Il bosco delle fate
Don Camillo e Peppone
Le serre salentine
Le serenate pasquali
Le mute terre...
Un nido d'amore...
Loriana Notaro
Villa Luisa
Il Museo della Radio...
Si faceva il "Bucato"
Le Tavole di San Giuseppe
Le banane.....di Tuglie
La focareddrha
Tuglie... e il suo gioiello
Una domenica...
Uno Sport solo per Donne, il Mamanet

Altrevoci
A Gigi
Il presepe del zio Toto
A mio padre
Ricordo di zia Luigia
Gli Americani a Tuglie
Un Garibaldino a Tuglie
La mia Azione Cattolica
Riflessioni
In ricordo di mio fratello
I ricordi di una bambina
Una vendemmia particolare
25 Aprile 1945
Quel Natale degli anni '50
I Docili
Appello Chiesa S.Girolamo
Il viaggio dell'eroe
L'orco e la bambina
Mario Donadei
Giuseppe Merenda
Sara Nocera-Il poeta dei....
Sara Nocera-Un labirinto..
Sara Nocera-La lampada..
Giuliana Coppola-A Silvio..
Lucio Causo-Poesie
La favola di .....Luna
Troppo rumore fa....
Tullio Sponziello


Tuglie
Un nuovo Teatro a Tuglie
Ritrattino di Tuglie
Tuglie vista dal satellite
Panorama a 180°
Il nome "TUGLIE"
I rioni
Gli ulivi di Tuglie
Tuglie e l'Unità d'Italia
Antonio Palumbo
In ricordo di Antonio Palumbo
Un nome....una contrada
Montegrappa
Alpini a Tuglie
I Tugliesi del 2000
Tuglie nei libri
Il restauro del Calvario
Restauro facciata Chiesa
Il Giardinetto Aragona
Gemellaggio Villaverla
Cippo agli Alpini
Tuglie che cambia
La donna del monumento
Laboratorio ecomuseale
I 100 anni della Piazza
I 50 anni del Mosaico
Una storia da raccontare

Cenni storici
Le origini
La storia
Le chiese
Palazzi-Monumenti
Il Calvario

Lucio Causo: Ricerche
Reazioni filoborboniche...
Vigilanza polizia borbonica
La crisi economica del 900
Ampliamento territorio
Congregazione di carità
La famiglia Venturi
La stazione ferroviaria
Tuglie Borbonica del 1827
Causa Tuglie-Minervino
Profilo di Lucio Causo
Un secolo di Ferrovia
Il culto dell'Annunziata
La"Sagra" di Vittorio Locchi
La Madonna del Grappa
Cesare Vergine (Diario)
CasermaCarabinieri Tuglie
Luigi Venuti
Festa del Giovedì Santo
Piazza Garibaldi
Dr. Cesare Vergine
La Madonna Pozzo

G. Pisanello: Tradizioni
L'angolo di Giampiero
Riti & Feste (Video)
Venerdì Santo
Le Caremme
Sant'Antonio
San Giuseppe
La Candelora
Madonna del Carmine
Madonna del Grappa
Sacro Cuore di Gesù
La festa patronale
La Matonna te la Nunziata

Tuglie...per raccontar paese...
Mino De Santis “Caminante”
Arriva nei negozi di dischi e nelle librerie, l’ultimo cd di Mino De Santis, “Caminante”, edito da Ululati (2012). Partiamo dalla casa editrice e poi ci occuperemo dell’autore. Un lupo che abbaia alla luna, nell’ultima di copertina del cd, è il marchio inconfondibile della casa editrice Lupo di Copertino. “Ululati” è infatti una nuova etichetta discografica inaugurata con questo cd ed è la nuova avventura nella quale si è imbarcato il poliedrico editore Cosimo Lupo, l’ennesima scommessa sul nostro territorio da parte di questo vulcanico e sorprendente operatore culturale il quale, per non farsi mancare nulla, fa pure l’attore, ovvero interpreta, in un breve cammeo, il ruolo del morto nel video di presentazione del cd, quello di “Lu ccumpagnamentu”, track list dell’album appena uscito.

E veniamo a Mino De Santis, autore di testi e musiche di questo cd, che è il secondo pubblicato dopo “Scarcagnizzu – Vento dal basso” ( Associazione Culturale Fondo Verri, 2011). Un punto di riferimento importante nella sua formazione musicale è stato Fabrizio De Andrè, se è vero che ancora oggi Mino De Santis porta in giro un recital su musiche e testi del grande cantautore genovese. È chiaro che De Santis paghi un tributo importante a De Andrè, così come a certi chansonniers francesi, quali Brassens, Brel, dai quali poi lo stesso De Andrè era stato influenzato nella prima parte della sua carriera musicale. Inevitabile l’accostamento a Paolo Conte, per certe atmosfere fumose che si potrebbero respirare nelle sue canzoni, o al Conte d’oltreoceano, vale a dire Tom Waits, per gli stessi motivi. Evidente a tutti la sua somiglianza fisica con Luciano Ligabue, più che con il giovane Drupi, e con Piero Pelù. Si è anche detto della vena ironica delle sue canzoni che lo accomuna al grande Rino Gaetano. Chiusi i conti con il passato però, e chiedendo venia all’autore per averlo ancora una volta zavorrato al suo background musicale, bisogna dire che De Santis si è andato affrancando da questi suoi modelli di riferimento. Mino De Santis è Mino De Santis, cantore appassionato, lucido, irriverente, divertente e divertito, di questa nostra terra salentina, dei suoi vizi e delle sue virtù, delle sue luci e delle sue ombre. De Santis è cantore dei chiaroscuri, delle ambivalenze, dei regressi dell’anima, dei coni d’ombra, delle antinomie. Il suo cantato è lento, a volte strascicato, ma la dizione è buona , perfetta l’articolazione delle parole, e questo è importante, cantando in dialetto salentino, per potere arrivare anche al più vasto pubblico regionale e nazionale. Nel cd, compare una piccola presentazione di Antonio Pagliara e nel booklet che lo accompagna sono pubblicati tutti i testi. “Sempre in viaggio” ha per sottotitolo “Lombardia” ed è incentrata su quella insoddisfazione, che deve essere dell’autore, che non ha confini di spazio né di tempo, la voglia di andar via, scappare da questo posto, raggiungere il settentrione d’Italia, per poi farsi prendere da una struggente nostalgia e dalla voglia di ritornare subito al sud, per non starci bene e volere di nuovo scappare. In “La prucissione” ritorna su un tema già affrontato in “La festa patronale” che compariva nel precedente cd, mettendo alla berlina tick, smanie di presenzialismo, bigottume, ipocrisia, tamarraggine e squallore morale che fanno bella mostra di sé nei nostri paesini in occasione delle feste patronali. “La zoccola”, velenoso atto di accusa nei confronti del perbenismo dilagante, delle false morali borghesi, pronunciato da una sgualdrina, non può non far andare il nostro pensiero al capolavoro deandreiano “Bocca di rosa”; così come “Lu mbriacu” mi ricorda istintivamente l’omonima canzone di Francesco Guccini, “L’ubriaco” appunto, del 1970. “Nobili e cafoni”(in cui canta, special guest, Dario Muci) ripropone, in chiave salentina, sia pure velatamente e con una vis polemica più forte (e a momenti, forse, un po’stridente, nella dissonanza delle due voci), il messaggio universale de “ ‘A livella” del principe De Curtis in arte Totò. Echi del più puro cantautorato francese, struggente malinconia, si avvertono in “Unnu Pici”, a mio giudizio la più poetica dell’album, una amara constatazione sulla caducità della vita, sul passare di tutte le cose, forse anche su un effimero successo non so fino a che punto ricercato (già Dante nel Purgatorio osservava che la nostra fama è “color d’erba che viene e va” ), nel dialogo fra il giovane autore, ancora inesperto del mondo e delle sue storture e il saggio Unnu Pici, segnato nel corpo e nell’anima da quegli accidenti della vita che lo hanno reso stanco e malato ; il giovane autore cerca il consenso dell’anziano compare ed è bellissimo, nonostante la grande differenza anagrafica fra i due, ritrovarsi poi, nel finale della canzone, uguali nei sentimenti, fratelli di vino e di carte, e vedere gli anni, che sembravano secoli, sparire e diventare attimi. “Lu fidanzamentu”, “scene da un interno”, ritrae certe tragicomiche situazioni che potevano verificarsi, nella società contadina degli anni passati, in occasione di un fidanzamento, quando la cosiddetta “trasuta a ccasa”, ossia la presentazione dei fidanzati alle rispettive famiglie, da occasione di gaudio e corale letizia, poteva trasformarsi in una lite furibonda con tutti che si scagliavano contro tutti e in cui volavano insulti ed anche botte, rinfacciandosi a viso aperto accuse sempre sottaciute e infamie di ogni tipo, salvo ricompattarsi, nel finale, in ragione del fidanzamento dei due giovani e quindi dell’interesse superiore (della “ragion di stato”, direi, più alla Machiavelli che alla Botero). “Lu sacristanu” fotografa il ritmo lento e assorto con cui scorre la vita di questo operatore religioso il quale, più che servitore della chiesa, sembra servitore di se stesso e della propria pancia. Dopo “Lu ‘ccumpagnamentu” in cui l’autore tratteggia, da par suo, un tipico corteo funebre nei paesi del nostro sud, con la banda e i parenti dietro la salma del defunto, troviamo “Lu bonacciu, altro ritratto di quei volti e tipi umani che ci regala De Santis, uno dei più riusciti dell’album. Lu bonacciu, anche detto “bonaccione” è lo scemo del villaggio, un uomo sempliciotto che con candida ingenuità ( e vi ritroviamo i tratti di un altro puro di cuore salentino, e a suo modo bonacciu, ovvero San Giuseppe da Copertino), si fa delle domande tanto scontate quanto difficili e alle quali non si darà risposta. Questo bonaccione, che De Santis, nel finale della canzone mette in croce come Gesù, rappresenta degnamente quella galleria di umili, sconfitti, protagonisti del suo canzoniere, insomma gli ultimi della vita, ai quali l’autore sembra guardare con unanime partecipazione, con una certo compiaciuta solidarietà. Nell’introduzione e nel finale poi compare la voce dell’attore Mario Perrotta. Il tutto nella lingua dei nostri avi, “quella lingua di dentro: un dialetto”, per dirla con Antonio Errico. E’ una precisa scelta di campo quella che fa l’autore, perché comunicare, oggi più che mai, in lingua dialettale, significa caricare la propria espressione artistica di una valenza che definirei sociale, in quanto essa contribuisce a rafforzare la propria appartenenza identitaria, soprattutto a vantaggio delle nuove generazioni. Certo, il dialetto, in De Santis si eleva a dignità di lingua poetica. L’autore recupera alcuni termini desueti, altri ormai del tutto usciti dall’uso, pensiamo all’intraducibilità di certi termini dialettali, che non hanno il corrispettivo italiano, e anche al loro valore onomatopeico. Altre volte, la lingua si piega alla ricerca del suono, trattandosi di composizioni musicali, ma comunque mai a discapito del senso della frase e di quella intensa liricità che è nota distintiva di tutti i testi di De Santis, cui non fa difetto una voce dal registro di petto, cioè bassa, ma pur duttile, che sa dare ad ogni parola il colore adatto, e non difetta, direi, nemmeno una notevole presenza scenica che non guasta per uno che, sia pur riottoso, si trova a frequentare il mondo dorato dei media. Senza nessuna retorica, De Santis sa fotografare il Salento (lentu lentu, secondo l’assioma da lui cantato in “Scarcagnizzu”), con i suoi tratti valoriali, con le sue abulie e i suoi entusiasmi, come una terra di mezzo, una terra di confine quale appunto è, sospesa fra la luce accecante degli immensi giorni e le ombre che confondono nel buio della sera i contorni delle cose. I suoi personaggi, figure minori di un Salento “minore”, sono gli straccioni, perditempo dei bar, i compagni di brigata, gli anziani e le anziane del paese, figure consuete, insomma, che si muovono in un’atmosfera di quartiere, e che ci fanno guardare indietro al passato, un passato non remoto, ma prossimo, fatto di usi e costumi quasi scomparsi, sempre descritti dal cantautore con quella vena giocosa che gli è propria. In questo guardare indietro al passato, c’è quasi una forma di rivalsa nei confronti della modernità selvaggia e in questo vigore rivoluzionario della poesia di De Santis è il tessuto connettivo della sua produzione musicale. In questo suo cantare, c’è la voce di un Salento riposto ma brulicante di vita vera, sospeso fra incanto e disincanto, quel Salento, che tanto ci assomiglia, che arriva sempre un attimo dopo all’appuntamento stabilito, che manca sempre di poco la grande occasione della propria vita.

da “Il Paese Nuovo” 14 luglio 2012 Paolo Vincenti



 "È tornato allo scadere dell'anno e dopo "Scarcagnizzu", refolo vorticante di vento che solleva gonne e polvere siamo al secondo cd, "Caminante". Mino De Santis centellina le sue canzoni così, dialetto quanto basta e soprattutto un passo di lato rispetto a tutto l'armamentario politicamente corretto delle salentinità più o meno tamburellanti.

Nulla sappiamo delle sue parentele musicali, ma resta il sospetto che i rami del suo albero genealogico risalgano verso George Brassens e soprattutto il cattivo carattere di Jacques Brel. Infatti nei testi di De Santis non c'è traccia di cadute buoniste o furbette e, non a caso ha trovato ospitalità nella nuova etichetta "Ululati" di Cosimo Lupo, editore non certo arreso agli spiriti del tempo.

Insomma De Santis non c'entra con la 'bandistica salentina' e soprattutto finora si è salvato da musicologi, etno-musicologi e sociologi; canta seduto, come un vecchio narratore di storie, sembra anche buono, ma i suoi lampi di cattiveria scaldano il cuore."

Raffaele Gorgoni, Rai TG3 Puglia






 
Tuglie...per raccontar paese...
Asterischi
di Gerardo Fedele
Guida turistica
Presentaz. Coppola rossa
Tuglie: quali origini?
Storie di presepi
La presenza di un amico
Radiobase, etereo mito...
Toponomastica e
Unità d'Italia

Storie di paese...

Collecta,electa,memoranda
di Enzo Pagliara
+


Storie
La storiella della Madonna
Le tajate
Vi racconto Montegrappa
I murales di Joele
Ricordando Joele
Maurizio Imperiale
Provenzano,origini
di una tradizione

Ricordando Ugo
Per Silvio
Antonio Minerba
Mescia Rita Pino
A Cristian Quartini
L'Ercole te la benzina

Cartoline di Gigi Scorrano 
A Elena per Gigi
Ricordo di Gigi
Una facciata, quasi  un ...
Un bambino ascolta il mare
La stazione
Largo Fiera, per memoria
Il mio Largo Fiera
Via XXIV Maggio
Un luogo ideale
Via Sant’Antonio
Una via fiorita
Una scoperta che
viene dall'America
Dedicato a mio nonno
Tugliesi quel giorno 
La lista dei passeggeri
La nave Republic

Museo della radio
Inaugurazione
Brochure
Visita virtuale
Frantoio ipogeo
Abbassa la tua radio

Tugliesi nel mondo
Louis Imperiale
Sylvain Tarantino
Tuglie a New York
Antonio Coluccia
Antonio Montefusco

Antonio Montefusco
Santa Caterina
Luigi Scorrano
Marco Polo

Turismo a Tuglie
Corte dei Simonari
Tenuta La Baronessa
Residenza Mosco
Villa Rodogallo
Agriturismo Nanni
Villa Paradiso
Villa Oasi
B&B Almacanto
Villa Panorama sullo Ionio
Le corti di Tuglie
Masseria Carignani

Storia e leggenda

Profili
Livio Calò recensione
Otello Petruzzi recensione
Luigi Ruggero Cataldi
Mino Stamerra
Sinu Matinese
Davide Raia
Sabrina Manco
Adriano Imperiale
Sara Nocera
Nunzia Imperiale
Mino De Santis
Mino De Santis Caminante
Mino De Santis Muddhriche
Emily De Salve
Liana Primiceri
Silvana Mottura-Poesie
Don Nicola Tramacere
Antonio Pagliara
Cesare Vergine
Ambrogio Piccioli
Aldo Garzia
Egidio Cataldi
Giuseppe Ria
Cosimo Sponziello
Silvio Nocera
Giuseppe Solida
L'arte di Giuseppe Solida
Rosa Parata
Lu Battista
Fernando Pino
Fiore Gnoni
Mesciu ‘Ntunucciu
Al Maestro Ant. Malecore 
Salvatore Guarini

Curiosità
 La Festa dell'Annunziata
Cartapestai di casa nostra
Santi sotto campana
Antica barbieria Ingrosso
L’Annunciazione sui pizzi
La puteca te li Papaionaca
I proverbi sulle monete
L'acchiatura
Le Caremme di Tuglie 2006
Le Caremme 2007
Le Caremme 2008
Le Caremme 2009
Le Caremme 2010
Le Caremme 2011
Le Caremme 2012
Le Caremme 2013
Le Caremme 2014
Tugliesi...puricini
Piazza Garibaldi 1912
Nevicata in Piazza
Giuseppe Piccioli Pianista
L'università di Tuglie
Grecità a Parabita
Retaggi linguistici
Tuglie nei dizionari
Carnevaliamo...insieme
Puru nui taniane la rete...
Festa della  Mamma USV
Filatelia: Tuglie e Albania
Non chiamatele vecchiette
Pensieri...Festa Patronale

Culacchi
Che ore sono?
La banana della Madonna
La mezza-vendetta di Santa Barbara

L'associazionismo:
Le associazioni
La Calandra
Aurora
Gruppo Scout Tuglie
Ekagra
Gruppo Incontri
Protezione Civile C.O.R.
Associaz.Emigranti Tugliesi

Sport 
Calcio Giovanile Tuglie
Talion Volley Tuglie
Associaz. Podistica Tuglie
Gare Podistica Tuglie2008
Gare PodisticaTuglie 2009
Gare PodisticaTuglie 2010
Gare PodisticaTuglie 2011
Gare PodisticaTuglie 2012
Gare PodisticaTuglie 2013
Gare PodisticaTuglie 2014
Gare PodisticaTuglie 2015
Gare PodisticaTuglie 2016
Gare PodisticaTuglie 2017

Le raffinatezze a Tuglie
Vini Michele Calò
Liquori Villantica
Banane e Spumoni

Foto
Nella Tuglie di ieri
Cosimo Sponziello...Le foto
Non solo foto...
Siamo...obiettivi!
Tuglie...by night
Luci di Natale 2011

Firma degli ospiti
Ricerca nel sito

Il nostro indirizzo e-mail:




Diventa amico di TuglieMeteo


Visita il Salento

Tuglie...per raccontar paese...



Tutti i marchi, foto, immagini e scritti presenti sul sito appartengono ai legittimi proprietari.
E' severamente vietato copiarne i contenuti.
Sito ottimizzato per:
Explorer Firefox Opera Chrome Safari


Impostare la risoluzione a 1024x768px o sup.

Aggiungi Tuglie... per raccontar paese ai Preferiti

Sito ideato e realizzato da Felice Campa

Privacy Policy


To Top