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Tuglie...per raccontar paese...
L’AMPLIAMENTO DEL TERRITORIO DI TUGLIE
(1924 - 1928)

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Nel 1816 il Catasto aveva assegnato a Tuglie una superficie di 207 ettari, compresa la parte occupata dall’abitato. Nella ripartizione territoriale di quel Catasto non si tenne in considerazione l’importanza presente e futura dei vari Comuni, ma si tenne principalmente conto del domicilio dei proprietari del terreno. Così avvenne che l’intera masseria Aragona, vicinissima al paese, fu aggiunta al feudo di Gallipoli solo perché i proprietari della stessa erano domiciliati in quella città. Per questo motivo la parte ovest dell’abitato di Tuglie si trovò nel territorio di Gallipoli. Da quel momento il paese si estese nella direzione est, raggiungendo ben presto i confini del territorio di Parabita. Nella suddetta ripartizione non si tenne conto neppure delle condizioni di miseria in cui si trovavano gli abitanti di Tuglie, un tempo ricchi proprietari e bravi agricoltori, né del valore numerico della popolazione che viveva nei paesi vicini. Secondo il censimento del 1861, Tuglie contava 1947 abitanti con un territorio di 207 ettari; Neviano contava 1544 abitanti con un territorio di 1606 ettari; Parabita, con una popolazione di poco superiore a quella di Tuglie, disponeva di un territorio undici volte più grande (2303 ettari). In quel tempo il Comune di Alezio non esisteva. Vi era soltanto il sobborgo Picciotti, frazione di Gallipoli, fondato nel 1715 dal gallipolino Carlantonio Coppola. Nel 1856, quando Picciotti divenne Comune autonomo col nome di Alezio, gli fu assegnato un territorio di 1960 ettari (dieci volte più grande di Tuglie). Lo stesso avvenne per Sannicola quando nel 1910 si staccò da Gallipoli e divenne Comune autonomo. In tale occasione gli fu assegnato un territorio di 2700 ettari (tredici volte più grande di Tuglie).
La parte del territorio di Tuglie che si trovava a nord dell’abitato era costituita da colline rocciose (Spalla Cretazzi, Passaturi, Aiavecchia) e quindi non adatte alla costruzione di case, stabilimenti industriali e strade. Le forti piogge, ogni anno, per il rapido declivio delle colline, avevano reso quelle zone assolutamente inabitabili, costringendo le Amministrazioni comunali a rifare ex novo le strade vicinali parecchie volte l’anno. La parte del territorio di Tuglie immediatamente a sud dell’abitato, molto limitata, era costituita da una vallata in cui si depositavano le acque che scendevano dalla collina. Si trattava perciò di un terreno acquitrinoso, inondato nel periodo delle piogge, dove proliferava l’Anofeles che rendeva quella zona particolarmente malarica. Per questo si spiega il naturale estendersi dell’abitato nella direzione est-ovest.
Il Consiglio Comunale di Tuglie, nella seduta del 28 ottobre 1901, affrontò per la prima volta il problema della ristrettezza territoriale, facendo voti al Governo del Re perché provvedesse all’ampliamento del proprio territorio comunale. A quel tempo era Sindaco Giuseppe Ria che si fece promotore dell’iniziativa, dichiarando lo stato di grave disagio del Comune per la limitata estensione del suo territorio. Col nuovo censimento la popolazione di Tuglie contava 4042 abitanti e tendeva ad estendersi nel territorio dei Comuni di Alezio e di Gallipoli, confinanti col paese. In quei territori sorgevano numerosi fabbricati ed abitavano ben sette famiglie appartenenti a Tuglie. Bisognava porre riparo a tale inconveniente chiedendo il sollecito intervento del Governo del Re.
Purtroppo, in data 11 novembre 1901, il Sotto Prefetto di Gallipoli restituì al Sindaco di Tuglie la deliberazione del Consiglio Comunale come sopra adottata, facendo presente che … l’art. 114, ultimo capoverso, della vigente legge comunale e provinciale limita soltanto ai “Comuni murati” l’ampliamento del proprio territorio su quello dei comuni contermini”. Aggiungeva, inoltre, che il Comune di Tuglie non era “fra quelli murati” e che non esisteva alcuna disposizione di legge che potesse accordare tale beneficio a quei comuni, che, pur non essendo murati, si trovassero “deficienti di territorio esterno”. (1)
Per presentare una nuova richiesta, si dovette aspettare fino al 30 dicembre 1923, quando il Governo dell’epoca, con Decreto Provvidenziale n. 2839, intese aiutare i Comuni che, per la ristrettezza del proprio territorio, si trovavano in condizioni economiche disagiate.
All’art. 8 di questo Decreto è detto: “Con la procedura stabilita dall’art. 119 della Legge, può ad un Comune essere dato od ampliato il territorio esterno, quando è dimostrata l’insufficienza di essa in rapporto all’impianto, all’incremento od al miglioramento dello sviluppo economico del Comune stesso … L’ampliamento può aver luogo con l’aggregazione di Comuni contermini, e, quando ciò non sia necessario, può effettuarsi distaccando la parte del territorio che sia riconosciuta sufficiente per l’esecuzione delle opere e per favorire l’impianto e lo sviluppo dei servizi e industrie rispondenti all’importanza ed efficienza del porto o di altri stabilimenti pubblici, e per l’incremento economico del Comune”. (2)
E’ chiaro l’intendimento del Governo di dare maggiore respiro ai Comuni che avevano il territorio limitato, sia per il miglioramento dei servizi pubblici e sia per lo sviluppo economico degli stessi.
L’Amministrazione Comunale di Tuglie, guidata dal Sindaco Oreste Primiceri, colse subito l’occasione per allargare i suoi confini territoriali e nella seduta consiliare dell’otto luglio 1924 fu deliberato di predisporre la pratica per domandare al Governo del Re la concessione dell’ampliamento del territorio esterno del Comune in conformità delle disposizioni contenute nel suddetto Regio Decreto n. 2839. Nella stessa seduta fu conferito all’Ing. Cav. Paolo Sanò, già assistente in Misure e Prove di Macchine all’Università di Grenoble, l’incarico di presentare una dettagliata relazione illustrativa con il piano topografico del territorio di Tuglie nei suoi confini con i Comuni limitrofi.
La sera del 2 agosto 1924 il Consiglio Comunale approvò la relazione presentata dall’Ing. Sanò e domandò al Governo del Re la concessione dell’ampliamento del proprio territorio in conformità delle disposizioni contenute nel Regio Decreto 30 dicembre 1923 n. 2839. Inoltre, domandò la nomina di una Commissione Tecnica per procedere ad una nuova ripartizione del territorio dei Comuni interessati (Tuglie, Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita). La dettagliata relazione dell’Ing. Sanò mise a fuoco la posizione territoriale di Tuglie e per una migliore conoscenza dei problemi che la riguardavano, l’Amministrazione ne fece stampare diverse copie dalla Tipografia G. Stefanelli di Gallipoli per essere distribuite alle autorità Governative e Provinciali, alle autorità dei Comuni limitrofi, alle organizzazioni sindacali e politiche, ai cittadini interessati. (3)
Con la sullodata relazione fu dimostrato che effettivamente il Comune di Tuglie, a causa della ristrettezza del suo territorio esterno, si trovava in tutte quelle disagiate condizioni che impedivano l’incremento ed il miglioramento dei servizi pubblici e, soprattutto, lo sviluppo economico del paese.
Il Comune di Tuglie, prima dell’entrata in vigore del Regio Decreto n. 2839, aveva una popolazione uguale a quella dei Comuni di Alezio e Parabita, e superiore a quella di Neviano e Sannicola; era, inoltre, il solo di questi Comuni ad avere l’illuminazione elettrica. (4) La maggior parte dei servizi principali si trovavano nei territori dei Comuni confinanti. La centrale elettrica aveva trovato posto nel territorio di Alezio, e la stazione ferroviaria, pur essendo nell’interno dell’abitato di Tuglie, si trovava nel territorio di Parabita.
Tuglie era un Comune prevalentemente agricolo. I suoi contadini erano molto ricercati per eseguire lavori agricoli, proprio perché tradizionalmente riconosciuti come i più provetti e scrupolosi coltivatori della regione. Numerosi cittadini tugliesi erano proprietari di terreni che si trovavano nei territori di Alezio, Neviano, Parabita e Sannicola. Dai registri dell’Ufficio del Catasto di Gallipoli risulta che 786 articoli erano intestati a tugliesi e che oltre 600 proprietari di Tuglie possedevano terreni nei suddetti Comuni per una estensione totale di 1000 ettari.
Oltre alle questioni di carattere civile, igienico, morale ed economico, esistevano delle indiscutibili ragioni di giustizia che a quel tempo richiedevano per Tuglie una maggiore estensione di territorio. Fra l’altro, delle 1220 famiglie censite a Tuglie, circa la metà era costituita da grandi e piccoli proprietari e l’altra metà rappresentava la mano d’opera (costituita in massima parte da contadini). Questo stato di cose giustificava il grande affannarsi dei tugliesi alla ricerca di nuove terre da coltivare, anche in luoghi distanti dalla loro abitazione (spesso emigrando in altri Comuni).
La grave crisi economica che da diversi anni minacciava le nostre regioni con la paura della disoccupazione, determinò la costituzione di Cooperative di lavoro e Sindacati di contadini che proibivano l’importazione della mano d’opera per proteggere quella locale. I risultati di quei provvedimenti, per quanto giusti, furono disastrosi. Infatti, mentre nei Comuni a grande estensione territoriale veniva impiegata nei campi mano d’opera non sempre specializzata, nel Comune di Tuglie, assolutamente privo di territorio, contadini di riconosciuta bravura e competenza, rimanevano con le braccia incrociate. E’ risaputo, infatti, che a partire dal 1919 i contadini di Tuglie erano ostacolati a lavorare nel territorio di altri Comuni e ciò fu spesso causa di conflitti gravissimi.
I tugliesi non hanno mai trascurato le industrie agricole e quelle connesse all’agricoltura. Già in tempi passati veniva largamente usata l’industria olearia. Così pure l’industria vinicola e quella dell’alcool, tanto che il Comune di Tuglie era considerato uno dei maggiori produttori di alcool della Puglia. Eppure il più importante stabilimento vinicolo, di proprietà del Sig. Salvatore Saccomanno, essendo situato all’estremo ovest dell’abitato, si trovava nel territorio di Alezio, ed il più importante stabilimento di alcool, quello del Sig. Ambrogio Piccioli, era situato presso il confine di Parabita. A seguito della crisi vinicola, molti agricoltori tugliesi avevano trasformato i vigneti in campi di tabacco e gli industriali avevano fatto sorgere due fabbriche per la lavorazione del tabacco occupando circa 400 donne. Poiché per la lavorazione del tabacco erano necessari 1000 metri quadrati di superficie coperta per ogni mille quintali di prodotto lavorato, ne seguiva che la costruzione dei nuovi stabilimenti, a causa della ristrettezza del territorio tugliese, avveniva nei pressi della stazione ferroviaria e quindi nel territorio di Parabita (con grave danno per l’economia di Tuglie). Fra le altre industrie connesse all’agricoltura, vi era quella della molitura del grano. Il più importante stabilimento del settore era quello del Sig. Michele Cuppone e sorgeva sul confine del territorio di Alezio. E’ ben chiaro che tutto ciò costituiva un grande ostacolo allo sviluppo industriale del Comune di Tuglie.
Il nostro paese, prevalentemente agricolo, per salvaguardare i produttori dall’ingordigia degli speculatori, aveva bisogno di un mercato settimanale e di almeno due fiere di bestiame all’anno. Uno dei prodotti più caratteristici di Tuglie, i piselli, era venduto in vari punti del paese e non in piazza. Per questo, l’Amministrazione Comunale impose la vendita dei piselli in Piazza Garibaldi e nei giorni di domenica. Vi era poi la necessità d’istituire il mercato in una località fuori del centro abitato. Uno dei luoghi prescelti era il tratto di terreno compreso fra la via di Parabita e la stazione ferroviaria, ossia nel territorio di Parabita.
Un altro grave problema che assillava gli Amministratori Comunali di Tuglie era il Cimitero, che sorgeva sul declivio della collina Aiavecchia, a circa 130 metri dall’abitato. Questo stato di fatto contravveniva alle disposizioni della legge 22 dicembre 1888 n. 5849, che aveva fissato a 200 metri la distanza minima tra i Cimiteri e l’abitato. Non solo, ma essendo il Cimitero situato sul declivio della collina, costituiva un continuo pericolo d’inquinamento per le acque del sottosuolo. Pertanto, vi era la necessità di costruire un nuovo Cimitero in località sufficientemente lontana dall’abitato e soprattutto pianeggiante. Certamente non a valle, perché il terreno era acquitrinoso ed inondato nel periodo delle piogge. Per cui il nuovo Cimitero doveva sorgere a forza fuori del territorio di Tuglie, e precisamente sulla strada provinciale Tuglie – Parabita, perché la Tuglie – Sannicola era sparsa di case di campagna che tendevano a stabilire una continuità fra il Comune di Tuglie e il vicino sobborgo di San Simone. Ma un Cimitero non poteva sorgere fuori del territorio comunale di appartenenza.
Il Ministero della Pubblica Istruzione, con circolare del 30 novembre 1922, aveva invitato i Comuni d’Italia ad istituire il Parco della Rimembranza a perenne memoria dei Caduti in Guerra. Il nostro Comune aveva avuto 97 morti per la Patria, quindi occorreva un terreno fuori dell’abitato ove mettere a dimora ben 97 alberi di pino. Per commemorare i propri Morti si doveva ricorrere ai territori dei Comuni vicini.
Il Comune di Tuglie doveva provvedere alla costruzione dell’edificio scolastico, del macello pubblico e delle case popolari. L’istruzione era impartita in diversi locali che non sempre avevano i requisiti stabiliti dalle vigenti disposizioni di legge. La macellazione veniva fatta in locali improvvisati che non rispondevano alle esigenze igieniche necessarie. La costruzione delle case popolari era resa più grave per la ristrettezza del territorio. La crisi degli alloggi aumentava e vi era la necessità di costruire edifici popolari fuori del territorio comunale.
Altro problema vitale per Tuglie era la sistemazione delle strade e della fognatura. Nelle giornate di pioggia le acque provenienti dalle colline si riversavano nell’abitato per poi depositarsi a valle, immediatamente a sud del paese. Il forte declivio delle colline, ad ogni pioggia, dava alle vie del paese un carattere torrenziale, rendendole assolutamente impraticabili. S’imponeva quindi la necessità di una completa sistemazione, che doveva comprendere il deviamento delle acque piovane a monte dell’abitato, un sistema di fognature all’interno e la costruzione di depositi raccoglitori a valle. Fra l’altro, quelle acque stagnanti costituivano la sola causa della malaria che mieteva numerose vittime nell’abitato di Tuglie. Con Regio Decreto 19 ottobre 1919 n. 2060 fu stabilito che la costruzione delle fognature per l’Acquedotto Pugliese, era a carico dei Comuni col concorso dello Stato. L’Ente Autonomo dell’Acquedotto Pugliese consigliava di utilizzare le acque di rifiuto per irrigazioni agricole. Una tale sistemazione comportava la costruzione di depositi raccoglitori nel territorio di Parabita o di Alezio, con grandi vantaggi per l’agricoltura di quei Comuni per niente obbligati a concorrere alle spese d’impianto e di manutenzione. Uguali difficoltà esistevano per le strade vicinali, tanto necessarie all’agricoltura. I cittadini di Tuglie dovevano sottoporsi alla sistemazione stradale, voluta dai Consorzi Agricoli e dalle Amministrazioni di altri Comuni, a proprie spese.
Per dare una visione esatta delle condizioni amministrative del Comune di Tuglie nel periodo precedente l’entrata in vigore del Regio Decreto n. 2839, abbiamo preso in esame i Bilanci presentati nel 1922 dai Comuni di Alezio, Parabita e Tuglie, che avevano lo stesso numero di abitanti:
La sovrimposta comunale sui terreni e fabbricati era di £. 234.530,71 per Parabita, £. 117.544,37 per Alezio e £. 50.000 per Tuglie. Quindi per i Comuni di Alezio e Parabita 4,6 e 2,3 volte maggiore di Tuglie.
La sovrimposta media unitaria era di £. 60 per ogni ettaro nel Comune di Alezio, di £. 101 nel Comune di Parabita e di £. 241 in quello di Tuglie.
L’ammontare delle tasse comunali, esclusa la sovrimposta, era di £. 48.800 per il Comune di Alezio, di £. 48.885 per il Comune di Parabita e di £. 71.650 per Tuglie. Quindi i cittadini di Tuglie erano gravati per una volta e mezzo di più rispetto quelli di Alezio e Parabita.
Le entrate effettive dell’esercizio 1922 erano di £. 213.077,96 per il Comune di Alezio, di £. 293.536,12 per il Comune di Parabita e di £. 126.105,80 per Tuglie.
I Bilanci dell’esercizio 1922 erano stati chiusi con i seguenti totali: £. 213.077,96 per il Comune di Alezio, di £. 293.536,12 per il Comune di Parabita e di £. 126.105,80 per Tuglie.
Queste considerazioni danno un’esatta visione delle disagiate condizioni del Bilancio di Tuglie e della misura, piuttosto forte, delle tasse che dovevano pagare i cittadini.
Le entrate effettive di Tuglie erano minori (quasi della metà) di quelle di Alezio e Parabita e le tasse comunali erano una volta e mezzo maggiori. Queste tasse erano rappresentate principalmente dal dazio di consumo e dalla tassa d’esercizio, che gravavano quasi esclusivamente sulle classi meno abbienti, cosa che le rendeva maggiormente odiose. I proprietari tugliesi, possedendo 1000 ettari di terreno nel territorio dei Comuni limitrofi, dovevano pagare le tasse di famiglia e di esercizio ai Comuni in cui si trovavano i terreni. Alla suddetta imposizione di tasse, corrispondeva poi una deficienza di servizi pubblici determinata dalla ristrettezza del Bilancio comunale. Le spese generali, di pulizia e d’igiene, pari a £. 98.593,38, assorbivano la maggior parte delle entrate effettive di £. 126.105,80. Le rimanenti £.27.512,42 erano quasi totalmente assorbite dall’istruzione pubblica e dalla beneficenza. Pertanto, le condizioni disastrose del Bilancio non consentivano la contrazione di mutui per opere pubbliche, mancando la possibilità di pagare gli interessi e le rate di estinzione del debito. Quindi, la ristrettezza del territorio comunale si ripercuoteva sul Bilancio e metteva i cittadini nelle condizioni di essere fortemente gravati dalle tasse e di usufruire di servizi pubblici molto ridotti.
Subito dopo l’approvazione degli atti da parte del Consiglio Comunale di Tuglie, il Sindaco Oreste Primiceri, con lettera del 24 agosto 1924, inviò al Sotto Prefetto di Gallipoli, per gli adempimenti di legge (art. 119), una copia della deliberazione consiliare del 2 agosto 1924 e della Relazione illustrativa dell’Ing. Paolo Sanò che faceva parte integrante della stessa.
Il 15 novembre 1924 la Prefettura ebbe a rilevare che la suddetta deliberazione, con allegata Relazione, non era stata comunicata alle Amministrazioni Comunali di Alezio, Neviano, Parabita e Sannicola per le loro eventuali osservazioni. Per quanto non prescritta dalla legge, l’opportunità di comunicare il provvedimento ai Comuni interessati, avrebbe consentito la raccolta degli elementi necessari per valutare bene i mutamenti territoriali richiesti. Per riscontrare la suddetta nota, in data 8 ottobre 1924, Il Sindaco Primiceri inviò al Sotto Prefetto di Gallipoli quattro copie della deliberazione, con la Relazione Sanò, per essere notificate ai Comuni interessati. Successivamente, lo stesso Sindaco convocò per la sera del 15 novembre, presso la sede Municipale, trentasette proprietari terrieri, il Segretario politico, i rappresentanti del Fascio, il Presidente della Sezione Combattenti ed altre personalità, per chiarire ed illustrare l’azione intrapresa dall’Amministrazione in favore dell’ampliamento del territorio comunale.
Appena si sparse la notizia della domanda presentata dal Comune di Tuglie al Governo del Re per l’ampliamento del proprio territorio, nei Comuni vicini si diffuse una certa agitazione. In particolare, nel Comune di Sannicola e nella vicina frazione San Simone si diffuse un gran movimento di gente per la raccolta di firme in segno di protesta. Poi la mattina del 21 dicembre 1924, alle ore 10, nella sala consiliare del Municipio di Sannicola, si riunì il Consiglio Comunale per deliberare sulle deduzioni in ordine alla domanda dell’Amministrazione comunale di Tuglie. Il Sindaco, Avv. Luigi Stajano, dichiarata aperta la seduta, invitò il Segretario Salvatore Picciolo a leggere la deliberazione adottata dal Consiglio Comunale di Tuglie in data 2 agosto 1924, la relazione illustrativa allegata alla stessa, e la relazione presentata dal Sindaco Stajano e dalla Giunta di Sannicola contro “l’ingiusta pretesa, del Comune di Tuglie, di ampliare il suo territorio specialmente e, quasi totalmente, a danno del Comune di Sannicola, che nel 1911 ricevette in dotazione patrimoniale quel tanto allora creduto appena sufficiente per sostenere i più indispensabili servizi pubblici. Minimo di allora, oggi insufficiente agli stessi servizi sia pure ridotti alla metà; tanto che si è dovuto abolire la vigilanza campestre, ridurre l’illuminazione pubblica a soli sei mesi dell’anno, ecc.” (5)
La relazione dell’Amministrazione comunale di Sannicola sosteneva che il Comune di Tuglie, con ripetute deliberazioni, aveva domandato al Governo del Re l’ampliamento del proprio territorio in danno dei quattro comuni limitrofi per sopperire all’insufficienza del reddito imponibile urbano e rurale tassabile di fronte alle esigenze del suo bilancio. Per eliminare le suddette “insufficienze” era stato chiamato a contribuire maggiormente il Comune di Sannicola “con oltre quattrocento ettari dei migliori terreni del suo territorio e con la importante frazione di S. Simone, che rappresenta un valore quattro o cinque volte maggiore di quello che si pretende dagli altri comuni presi insieme”. (6) La relazione aggiungeva che “la pretesa del Comune di Tuglie di annettersi la frazione di San Simone, oltre il pingue territorio che la circonda,ciò che forma in sostanza la base di tutta questa “agitazione”, osta contro le precise disposizioni dell’ultimo paragrafo dell’art. 120 della Legge comunale e provinciale; tanto più che l’annessione al Comune di Tuglie, lungi dall’essere un desiderio della maggioranza dei cittadini ed elettori di quella frazione, rappresenta una tradizionale e costante avversione, tanto che quei cittadini con atto, che per non prestarsi ad alcun dubbio, hanno voluto compiere innanzi a un notaio (Filippo Vetromile di Alezio), hanno dichiarato, tutti, nessuno escluso, che intendono rimanere,come erano prima, aggregati al Comune di Sannicola”. (7)
Terminata la lettura, vari consiglieri protestarono contro la domanda del Comune di Tuglie, ritenuta ingiusta ed improponibile per quanto concerneva il Comune di Sannicola, stante le gravi difficoltà economiche in cui si trovava. Alcuni consiglieri proposero anche di chiedere al Comune d’origine, Gallipoli, una porzione di territorio sufficiente al mantenimento dei pubblici servizi.
Alla fine della discussione, il Consiglio Comunale approvò pienamente la relazione del Sindaco e della Giunta e deliberò di protestare ed opporsi contro la deliberazione presa dal Comune di Tuglie, del 2 agosto 1924; di dare mandato al Sindaco di resistere tanto in via amministrativa quanto in via giudiziaria alle pretese del Comune di Tuglie, coi mezzi che crederà più opportuni, nonché di iniziare trattative per un supplemento di patrimonio, risultando insufficiente quello assegnato, nella ripartizione dal Comune di Gallipoli. (8)
Il Sindaco Stajano commissionò alla Tipografia G. Stefanelli di Gallipoli la stampa della Relazione col titolo “Per l’integrità territoriale del Comune di Sannicola” (Controdeduzioni alla richiesta di ampliamento territoriale del Comune di Tuglie), per essere distribuita alle autorità, ai Comuni interessati ed ai cittadini di Sannicola e di San Simone.
Gli altri Comuni limitrofi, occupandosi della richiesta di Tuglie, vollero difendere i loro interessi con deliberazioni intonate a serietà, obbiettività e valutazioni varie. Solo l’Amministrazione di Sannicola, era scesa in guerra col proposito di svalutare artificiosamente le aspirazioni del Comune di Tuglie, presentando delle controdeduzioni a base di false affermazioni ed incompetenze, consacrate nella deliberazione consiliare del 21 dicembre 1924.
L’Amministrazione di Tuglie, per sostenere il suo diritto al riconoscimento dell’ampliamento del territorio, ritenne necessario controbattere le determinazioni del Consiglio Comunale di Sannicola con una relazione suppletiva presentata dallo stesso Ing. Paolo Sanò ed intitolata: Supplemento alla Relazione per la richiesta di allargamento del territorio del Comune di Tuglie.
Sottoposta all’esame del Consiglio Comunale, la relazione suppletiva fu approvata con deliberazione del 31 gennaio 1925 e stampata dalla Tipografia G. Stefanelli di Gallipoli per essere diffusa allo stesso modo della Relazione principale.
Con quel documento l’Ing. Sanò intese dimostrare che le riforme della nuova Legge Comunale e Provinciale, avevano messo il Comune di Tuglie, per le ristrettezze economiche in cui si trovava, nell’impossibilità di compilare il proprio bilancio. Con un’entrata effettiva di £. 130.000, da molto tempo aveva adottato un sistema di forti economie e spesso con grave danno per i servizi pubblici. Nell’esercizio 1922 le Spese Generali figuravano in bilancio per £. 67.579,44; nel 1923 furono ridotte a sole £. 46.833,47 e nel 1924 a £. 44.378,27. (9)
Di conseguenza il personale dell’ufficio era stato ridotto ad un segretario interinale ed un solo impiegato; le guardie municipali erano soltanto due e funzionavano da applicati comunali, da uscieri e da messi; avevano la custodia e la manutenzione dell’orologio pubblico e di tutti gli edifici pubblici; infine svolgevano anche il servizio di polizia urbana e di guardie campestri.
La relazione sosteneva che il Comune di Tuglie si trovava da diverso tempo nelle condizioni riconosciute dalla legge per ottenere l’allargamento del territorio. Tale problema si agitava da anni nel nostro paese, ma non era stato mai affrontato con decisione.
Prendendo in esame i vari Regi Decreti emessi prima della nuova riforma e riguardanti l’allargamento dei Comuni a limitato territorio, si poteva osservare che tutte le ragioni e le condizioni apportate dai Comuni richiedenti e riconosciute dal legislatore, trovavano riscontro nelle condizioni del Comune di Tuglie. Questo Comune, infatti, a causa della ristrettezza del suo territorio e della particolare configurazione del suolo, non aveva più disponibilità di aree fabbricabili e doveva costruire il macello, l’edificio scolastico, le case popolari ed il nuovo cimitero. Non solo, ma lo sviluppo economico e civile di Tuglie aveva raggiunto un’importanza tale da rendere indispensabile alla vita del Comune, una maggiore assegnazione di territorio. Nella Relazione principale, infatti, era stato ampliamente illustrato l’impedimento allo sviluppo economico del Comune per l’insufficienza del proprio territorio. Perciò l’Amministrazione non poteva assolutamente dotare il territorio circostante di acque, di strade urbane e vicinali, di forza motrice, di canali per distribuire le acque piovane e di case coloniche, perché tutte queste opere cadrebbero nei territori dei Comuni limitrofi.
Quanto alla frazione di San Simone, dopo aver dimostrato che il consenso non era necessario, faceva presente che la richiesta aggregazione di detto sobborgo era soltanto una delle possibili soluzioni prospettate, lasciando arbitra la Commissione ripartitrice di delimitare a suo giudizio il futuro territorio di Tuglie.
Il 6 maggio 1925 il Ministero dell’Interno, accettando la proposta del Prefetto di Lecce, concesse ai Comuni interessati di sperimentare la via dell’accordo bonario in merito alla domanda presentata dal Comune di Tuglie per ottenere l’ampliamento del suo territorio. Le trattative dovevano concludersi nel termine perentorio di un mese. Trascorso inutilmente tale periodo, il Ministero avrebbe dato corso ai provvedimenti d’ufficio. Nello stesso tempo le Amministrazioni furono invitate ad impegnarsi seriamente perché le trattative bonarie avessero sollecito corso, informato al migliore spirito conciliativo. Quel termine, di proroga in proroga, fu protratto fino ad aprile 1926, nel quale mese, i Sindaci di Parabita, Neviano, Sannicola e Tuglie stabilirono quanto appresso:
Verbale di adunanza dei Sindaci interessati nella questione dell’ampliamento del territorio del Comune di Tuglie nella sede municipale di Sannicola il giorno 11 aprile 1926 alle ore 10,30; presenti i rappresentanti dei Comuni di Parabita, Tuglie, Neviano e Sannicola nelle persone dei Signori: 1) Cav. Dott. Giuseppe Vinci, Sindaco di Parabita 2) Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di Tuglie 3) Chirivì, Assessore Comune di Neviano 4) Comm. Avv. Luigi Stajano, Sindaco di Sannicola. Assente il responsabile del Comune di Alezio Cav. Ferruccio Fiorito, Sindaco di Alezio. Assiste il Segretario Sig. Salvatore Picciolo. I convenuti: Considerato che è ormai giunto il momento di prendere una definitiva decisione nella ben nota questione dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie; Considerato che tale decisione, purché non riesca la meno gradita alle diverse parti in conflitto, deve tener conto degli interessi del Comune di Tuglie e degli interessi degli altri Comuni, che subiranno lo smembramento dei propri territori; Lette le diverse note prefettizie, con le quali si è, nel passato, sollecitata la definizione delle trattative, in ordine alla domanda dell’ampliamento territoriale, come detto; Visti i propri deliberati adottati in antecedenti riunioni; Ritenuto che pur avendo la possibilità di opporsi e resistere alla richiesta dell’ampliamento in parola, ritengono opportuno per un atto di simpatia verso il Comune di Tuglie ed in considerazione delle gravi difficoltà d’indole finanziaria ed economica in cui lo stesso Comune è costretto a svolgere ogni attività in una limitatissima cerchia di territorio, sacrificare in parte quel sentimento di seria ed onesta intransigenza fin oggi manifestata in ordine alla domanda di ampliamento di cui innanzi; Su proposta del Sindaco del Comune di Sannicola Comm. Avv. Luigi Stajano, deliberano: 1°) Di essere tutti d’accordo nel ritenere ormai chiusa la fase delle proposte e controproposte per la soluzione del problema dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie. 2°) Segnatamente i signori rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e Sannicola, deliberano d’impegnare, col presente atto, e salve le necessarie ratifiche dei competenti organi amministrativi, i rispettivi Comuni per la cessione in favore del Comune di Tuglie di una zona di territorio dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno. 3°) Di dare comunicazione del presente accordo all’Ill.mo Sig. Capo della Provincia, perché si compiaccia predisporre gli atti per una concreta e sollecita definizione del problema relativo all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie. Atto fatto, confermato e sottoscritto. (10)
Il Sindaco Primiceri, ricevuto il verbale per la sottoscrizione, con nota del 29 luglio 1926 n.1482, osservò che al Comune di Tuglie dovevano essere comunicate le deliberazioni con cui erano stati accettati gli impegni assunti dai Sindaci per la cessione della zona di territorio dell’estensione di 150 ettari ognuno; tenendo presente che a quella riunione non si era presentato il Sindaco di Alezio perché riteneva che la sua adesione a quel deliberato avrebbe leso gli interessi del Comune.
Poiché la pratica era ancora inefficace per il ritardo frapposto dai Comuni per la bonaria definizione della questione, il 25 settembre 1926, il Sindaco di Tuglie chiese al Presidente della Federazione Provinciale degli Enti Autarchici di Lecce di intervenire fattivamente perché i Comuni di Sannicola, Neviano e Parabita adottassero le deliberazioni per la cessione bonaria dei 150 ettari di terreno ciascuno al Comune di Tuglie. Inoltre, chiese che il Comune di Alezio spiegasse le ragioni del suo voto contrario alla risoluzione dell’annoso problema. Tutto ciò al fine di trasmettere gli atti al Ministero dell’Interno per i provvedimenti definitivi di competenza.
Finalmente il 2 settembre 1926 il Consiglio Comunale di Parabita, sotto la Presidenza del Cav. Dott. Giuseppe Vinci, deliberò di confermare il verbale votato dai Sindaci dei Comuni interessati in data 11 aprile 1926, consentendo che dal territorio di Parabita venisse distaccata una estensione di ettari 150 per l’ampliamento del territorio del Comune di Tuglie. Il 14 ottobre 1926 il Podestà del Comune di Neviano, Cav. Rag. Attila Piccolo, deliberò di cedere al Comune di Tuglie 150 ettari del proprio territorio comunale, come concordato nell’adunanza dei Sindaci sopra indicata. Il 31 dicembre 1926 il Commissario Prefettizio Miggiano del Comune di Alezio, deliberò di aderire alla richiesta del Comune di Tuglie assegnando allo stesso una zona del territorio di Alezio dell’estensione di 150 ettari. Infine, il 16 febbraio 1927 il Podestà di Sannicola, Comm. Avv. Luigi Stajano, deliberò di cedere al Comune di Tuglie 150 ettari di territorio, facendo voti al Governo del Re perché sul riordinamento territoriale fra i Comuni di Alezio, Neviano, Parabita, Sannicola e Tuglie, tenesse conto della domanda degli elettori della frazione di San Simone, rivolta per ottenere l’aggregazione al Comune di Sannicola di quella parte della frazione posta sotto la giurisdizione del Comune di Alezio. (11)
Soltanto in data 10 marzo 1927 il Prefetto poté trasmettere le deliberazioni adottate dai Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita con le quali ciascuno dei Comuni aveva aderito a cedere 150 ettari del proprio territorio per l’ampliamento di quello di Tuglie. Inoltre, pregava il Sindaco di far adottare dal Consiglio Comunale una corrispondente deliberazione di accettazione e di far tenere una pianta delle nuove zone territoriali da annettere, insieme con una domanda indirizzata al Governo del Re perché l’accordo intervenuto fosse sanzionato con Regio Decreto.
Il Podestà di Tuglie, con propria deliberazione del 18 novembre 1927 n. 43 accettò la cessione dei territori così come concordata con i rappresentanti dei Comuni vicini. Poi, espletata la pratica, il 25 novembre 1927 inviò al Prefetto di Lecce la domanda di seguito trascritta perché fosse rimessa al Ministero dell’Interno:
Tuglie, 25 novembre 1927 Anno VI N.576 di Prot.
Al Governo del Re – Roma
Il sottoscritto Podestà del Comune di Tuglie, in esecuzione della deliberazione del Consiglio 2 agosto 1924 ed a quella del Podestà adottata in data 18 novembre 1927, relativa all’ampliamento del territorio di questo Comune, essendo intervenuto l’accordo bonario tra i Comuni limitrofi di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano per la cessione da parte di ciascuno di detti Comuni di ettari 150 di territorio da annettere a quello di Tuglie, riconosciuto insufficiente per il suo sviluppo economico, presenta domanda perché l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. Alla domanda allega la prescritta documentazione.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri (12)

Successivamente, il Corpo Reale del Genio Civile di Lecce, avendo ricevuto dal Prefetto l’incarico di predisporre gli atti per l’ampliamento del territorio di Tuglie, chiese il pagamento della somma di £. 300 per indennità di sopraluoghi, rimborso di viaggi e spese varie per l’espletamento dei rilievi sul posto. Anche l’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce, fu interessato per la redazione degli atti catastali e per il rilascio dei fogli di mappa dei terreni aggiunti.
Definita la pratica, il 28 giugno 1928 fu dato a San Rossore il Regio Decreto a firma di Vittorio Emanuele III e controfirmato da Mussolini:

VITTORIO EMANUELE III
Per Grazia di Dio e per Volontà della Nazione
RE D’ITALIA
In virtù dei poteri conferiti dal Governo con Regio Decreto-Legge 17 marzo 1927, N° 383.
Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro-Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell’Interno;
ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO
Art. 1
Le zone di territorio dei Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita indicate nella pianta planimetrica vistata in data 24 aprile 1928 dall’Ingegnere Capo dell’Ufficio del Genio Civile di Lecce, sono aggregate al Comune di Tuglie.
La parte della frazione San Simone, ora appartenente al Comune di Alezio e delimitata nella pianta
Anzidetta, è aggregata a quello di Sannicola.
La pianta planimetrica sopra richiamata, vidimata d’ordine Nostro dal Ministro proponente, farà parte integrante del presente decreto.
Art. 2
Al Prefetto di Lecce è demandato di provvedere, sentita la G.P.A., al regolamento dei rapporti patrimoniali fra i Comuni le cui circoscrizioni vengono modificate col presente decreto.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a San Rossore, addì 28 giugno 1928 (Anno VI)
F.to Vittorio Emanuele
C.to Mussolini (13)

Con lettera del 9 agosto 1928 n.3200, la Prefettura di Lecce notificò al Podestà di Tuglie la copia del suddetto Decreto, con invito a regolare i rapporti patrimoniali conseguenti all’ampliamento del territorio.
Per questi adempimenti, fu incaricato l’Ing. Maronna, reggente del Catasto di Lecce, che eseguì personalmente le monografie dei termini del nuovo territorio di Tuglie.
Il 9 novembre 1931, essendo stati ultimati gli adempimenti tecnici ed amministrativi della pratica, il Podestà sollecitò il Catasto di Lecce a designare un proprio tecnico per la delimitazione, mediante apposizione dei termini lapidei, dei nuovi confini territoriali di Tuglie dopo l’ampliamento.
Nello stesso anno fu provveduto anche alla compilazione dei ruoli delle tasse comunali e particolarmente della tassa sulle attività industriali e di patente. Molti affittuari e mezzadri che pagavano le tasse ai Comuni di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita, avendo i terreni in quei Comuni, ora dovevano pagare la nuova tassa di patente al Comune di Tuglie. Per questa ragione, i Podestà dei Comuni sopra indicati furono obbligati ad accantonare le somme comprese nel ruolo di patente, per l’esercizio 1931, essendo le stesse di pertinenza del Bilancio di Tuglie.
Negli anni seguenti non mancarono i problemi sulle competenze territoriali dei Comuni interessati, ma la questione dell’ampliamento del territorio comunale, di vitale importanza per lo sviluppo civile ed economico di Tuglie, era stata finalmente risolta grazie alla tenacia ed alla volontà della nostra gente.

LUCIO CAUSO


NOTE

(1) Archivio Storico Comune Tuglie (ASCT): Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I – CLS 1.

(2) Ibid.

(3) ASCT: Comune di Tuglie. Relazione illustrativa per la richiesta di allargamento del territorio del Comune di Tuglie. Cav. Ing. Paolo Sanò. Tip. G. Stefanelli Gallipoli 1924. Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I-CLS 1. Nella seduta consiliare di Tuglie del 2 agosto 1924 di approvazione della suddetta relazione e di presentazione della domanda al Governo del Re per l’ampliamento del territorio comunale, erano presenti, oltre al Sindaco-Presidente Cav. Oreste primiceri, i seguenti Consiglieri: De Salve Vincenzo, Erroi Pantaleo, Leopizzi Cav. Dott. Giuseppe, Picciolo Mariano, Pino Salvatore, Saccomanno Cosimo, Saccomanno Giuseppe, Stamerra Vincenzo, Tarantino Salvatore. Assenti: Primiceri Salvatore, Garzia Raffele, Rocca Michele, Vergine Pasquale. Dimissionari: Piccioli Ambrogio e Bernardi Giuseppe. Deceduti: Ria Antonio e Mosco Raffaele. Decaduti: Stamerra Giovanni e Vergine Giuseppe. Segretario Scuro Ludovico.

(4) ASCT: Deliberazione Consiglio Comunale n. 25 del 14.11.1911 “Impianto elettrico interprovinciale”. Il Sindaco Ambrogio Piccioli comunica che il Prefetto di Lecce con nota del 28 ottobre 1911 ha trasmesso la relazione riguardante la installazione di un impianto elettrico interprovinciale. Il Consiglio delibera favorevolmente per l’illuminazione elettrica nel Comune di Tuglie impegnando la spesa massima di £. 1490 all’anno (pari a quella per l’illuminazione pubblica con 47 fanali) per il funzionamento del relativo impianto. Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 7 del 31 gennaio 1925 “Luce elettrica” fu approvata la stipula del contratto per la concessione alla Ditta Michele Cuppone da Tuglie assunto da 1° gennaio 1924 col canone annuo di £. 16.500.

(5) ASCT: Comune di Sannicola. Per l’integrità territoriale del Comune di Sannicola. Controdeduzioni alla richiesta di ampliamento territoriale del Comune di Tuglie. Tip. G. Stefanelli Gallipoli 1924.

(6) Ibid.

(7) ASCT:Ibid. Gli elettori Amministrativi e Politici della frazione di San Simone, avevano sottoscritto l’atto del 22 dicembre 1924 pel Notaio Filippo Vetromile, “che suona protesta alla domanda del Comune di Tuglie per ampliamento del proprio territorio”, che di seguito si riporta: “Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di Lecce. I sottoscritti, residenti nella Frazione di San Simone, aggregata al Comune di Sannicola (Lecce) dichiarano che, di fronte alle pratiche che sta svolgendo il Comune di Tuglie per aggregarsi la Frazione di San Simone ed il circostante territorio, intendono rimanere, come sono, aggregati al Comune di Sannicola a cui sono stati tradizionalmente uniti, in cui è la somma dei loro affari, delle loro parentele, delle loro amicizie ed in cui sono sepolti i loro morti. Appongono la loro firma in prova della loro decisa volontà e perché le Autorità Superiori, nella loro giustizia, ne tengano conto. Sannicola 22 Dicembre 1924 - Seguivano cinquantacinque firme e l’autentica delle stesse da parte del Notaio Filippo Vetromile, alla presenza dei testimoni: Raffaele Ventura, impiegato, e Pisanello Ippazio, guardia municipale. Numero del Repertorio 7732/88. A quest’atto, in pari data, ne seguì un secondo con Numero 7733/88 di Repertorio, sottoscritto da quindici comparenti che avevano dichiarato di non potere firmare l’atto perché analfabeti.Ibid.

(8) ASCT: Comune di Tuglie. Supplemento alla Relazione per la richiesta di allargamento del territorio del Comune di Tuglie. Tip. G. Stefanelli Gallipoli 1925. Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I-CLS 1.

(9) ASCT: Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG I-CLS 1.

(10) Ibid.

(11) La frazione di San Simone un tempo era gestita insieme dal Comune di Sannicola e da quello di Alezio, nella rispettiva proporzione numerica di 509 e 200 abitanti. Ciò dava luogo a seri inconvenienti specialmente per quanto rifletteva il seppellimento dei defunti che, pur appartenendo alla stessa famiglia, venivano sepolti in Cimiteri diversi. L’Amministrazione promiscua lamentata dagli abitanti della frazione, danneggiava seriamente gli interessi civili della borgata e ne sacrificava ogni aspirazione. Pertanto, fu chiesto che l’intera borgata San Simone passasse alle dipendenze dell’Amministrazione del Comune di Sannicola in proporzione degli abitanti e degli interessi divisi.

(12) ASCT: Carteggio allargamento territorio Comune di Tuglie 1924-1931. CTG. I-CLS 1.

(13) Ibid.

APPENDICE

“ARCHIVI DI TUGLIE”
Documenti ordinati e trascritti da Lucio Causo

6 maggio 1925 n. 7575. Regia Prefettura di Lecce. Al Sindaco di Tuglie. Il Ministero, accettando la proposta della Prefettura, ha sospeso di provvedere sull’affare in oggetto, perché i Comuni interessati sperimentano la via dell’accordo bonario in merito alla domanda fatta dal Comune di Tuglie per ottenere l’ampliamento del suo territorio. Le trattative debbono essere portate a conclusione nel termine perentorio di un mese, trascorso il quale inutilmente il Ministero darà corso ai provvedimenti d’ufficio. Adoperarsi perché le trattative bonarie abbiano il più sollecito corso e siano informate al maggiore possibile spirito conciliativo. Il Prefetto di Lecce.

7 giugno 1925 n. 1334. Al Prefetto di Lecce. Mi onoro significare alla S.V. Ill.ma che è già decorso il termine assegnato da cotesta On.le Prefettura ai Comuni reclamanti avverso la pratica per l’ampliamento del territorio di Tuglie, senza che i Comuni stessi abbiano almeno dato inizio al dichiarato proposito di componimento bonario. Pertanto mi permetto, nell’interesse del Comune di Tuglie, di pregarLa di voler informare di quanto sopra il competente Ministero. La S.V. sa quale urgenza rivesta il provvedimento senza del quale questa Amministrazione si troverà ben presto in condizioni di non poter funzionare. Sicuro del suo vivo interessamento, La ringrazio in nome dell’intera Amministrazione e mio personale e devotamente La ossequio. Dev.mo Totò Primiceri (assessore). Con nota n. 1335 in pari data inviata copia al Sottoprefetto di Gallipoli.

26 giugno 1925 n. 3124 Urgente. Regia Sottoprefettura di Gallipoli. Al Sig. Sindaco di Tuglie. Per gli opportuni provvedimenti comunico a V.S. la seguente lettera del Sig. Prefetto: “Con lettera 16 maggio u.s. n. 1081 il Sindaco di Alezio comunicò un verbale nella medesima data, dell’adunanza dei Sindaci di Parabita, Neviano, Sannicola e Alezio, con la quale si chiede la proroga del termine di un mese assegnato da questa Prefettura ai detti Comuni per concludere l’accordo col Comune di Tuglie circa l’oggetto a margine. Pregasi V.S. di comunicare ai cinque Comuni interessati che il detto termine viene prorogato sino al primo agosto p.v. avvertendo che le pratiche relative debbono essere condotte con tutta alacrità e serietà d’intenti. Si prega inoltre d’informare che cosa si sia fatto sinora per raggiungere l’accordo, poiché non sarebbe ammissibile che la proroga chiesta abbia scopo esclusivamente dilatorio. Il sottoprefetto di Gallipoli.

Comune di Sannicola. 13 luglio 1925 n. 1972. Oggetto: Invito Comune di Sannicola. Sig. Sindaco di Tuglie. Gentilissimo Collega, aderendo ad analogo invito rivolto dalla competente Autorità, come più anziano tra i colleghi dei Comuni interessati, mi permetto pregarvi di volerci incontrare in questa Casa Comunale il giorno 16 corrente alle ore 10 per discutere in merito alla domanda avanzata dal Comune di Tuglie per ampliamento del proprio territorio. Con ossequio e ringraziamenti. Il Sindaco Comm. Avv. Luigi Stajano.

Il 16 luglio 1925 alle ore 10,30 si riunirono nell’ufficio del Sindaco di Sannicola le rappresentanze dei Comuni di Parabita, Neviano, Alezio, Tuglie e Sannicola nelle persone dei Signori Dott. Giuseppe Vinci, Sindaco di Parabita; Donato Marzo, delegato dal Sindaco di Neviano; Cav. Ferruccio Fiorito, Sindaco di Alezio e Rocco Durante, Assessore dello stesso Comune; Avv. Comm. Luigi Stajano, Sindaco di Sannicola; Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di Tuglie; per discutere, bonariamente, sulla domanda del Comune di Tuglie per l’ampliamento del proprio territorio. I convenuti, alla fine della discussione, decisero di chiedere al Prefetto una proroga a tutto il 1° ottobre 1925 per concludere un accordo sulle richieste del Comune di Tuglie ed intanto stabilirono di convocarsi per il 20 agosto per uno scambio di vedute e per sottoporre elementi nuovi di giudizio, anche nel merito della stessa domanda.

22 luglio 1925 n. 2061. Al Sindaco di Sannicola. Sindaco di Tuglie prega convocare i Sindaci dei Comuni interessati all’ampliamento del territorio per 27.7.1925 alle ore 9.

18 agosto 1925 n. 2364. Al Sindaco di Tuglie. Giusta decisione adottata nella riunione del 16 luglio u.s. fra i rappresentanti dei Comuni interessati nella questione territoriale avanzata dal Comune di Tuglie, invita favorire Ufficio Sindaco Sannicola, il 20 corrente agosto, alle ore 10, onde continuare le trattative iniziate il 16 luglio come sopra detto. Sindaco di Sannicola Stajano.

19 agosto 1925 n. 4172. Regia Sottoprefettura di Gallipoli. Al Sindaco di Tuglie. Comunico che Ministero Interno con suo foglio 31.7.1925 n. 15331, convenendo nel parere espresso dalla Prefettura, ha disposto che il termine fissato ai Comuni di Parabita, Alezio, Neviano e Sannicola, venga prorogato d’accordo con Tuglie al 1° ottobre per la definizione delle trattative riguardanti l’oggetto. Il Sottoprefetto di Gallipoli.

27 settembre 1925 n. 2762. Comune di Sannicola. Al Sindaco di Tuglie. Nella seduta del 20 agosto 1925 venne stabilito che la S.V. nell’interesse del Comune di Tuglie, avrebbe presenziato ad una nuova riunione dei Sindaci interessati, da fissarsi, per una proposta concreta sul fabbisogno minimo di territorio da staccarsi eventualmente da ciascun Comune, per l’ampliamento indispensabile all’interesse economico del Comune di Tuglie. Essendo passato più di un mese da tale deliberazione e non essendo stata avanzata nessuna proposta, una nuova riunione, mentre è per spirare la proroga concessa per la definizione della pratica, sollecita determinazione. Il Sindaco di Sannicola.

27 settembre 1925.Al Sindaco di Sannicola. Il Sindaco di Tuglie chiede una nuova proroga per la stagione estiva, consiglieri assenti e per vendemmia in corso. Proroga necessaria per imminenza scadenza del termine (1° ottobre). Non è estranea la circostanza di aver saputo della malattia del Sindaco Stajano che le impedirebbe di prendere parte alla riunione. Indispensabile ottenere una nuova proroga. Il Sindaco di Tuglie.

27 settembre 1925. Al Sottoprefetto di Gallipoli. Comunico che non è stato possibile definire la questione di cui all’oggetto (ampliamento territorio) mediante accordo bonario con i Comuni interessati. E’ necessario, quindi, che il termine fissato per detto accordo venga prorogato di un altro mese. Sindaco Tuglie.

23 ottobre 1925 n. 6090. Sottoprefetto di Gallipoli. Al Sindaco di Tuglie. Raccomandata. Risposta del 27.9.1925 n. 2145 nulla osta da parte del Ministero per prorogare di un mese il termine per la definizione delle trattative fra Comune di Tuglie e quelli di Parabita, Alezio, Neviano e Sannicola circa l’ampliamento del territorio. Partecipare ai Comuni interessati e raccomanda definizione pratica. Sottoprefetto di Gallipoli.

27 ottobre 1925 n. 540. Al Sindaco di Sannicola. Il tempo pessimo non mi ha permesso di prendere parte oggi alla riunione fissata da V.S. per la pratica di Tuglie. Consideratemi come presente e ritenete come approvato da me quanto avete creduto di interesse comune. Sindaco Cuppone di Neviano.

14 novembre 1925 n. 3248. Sindaco di Sannicola al Sindaco di Tuglie. Oggetto: Riunione Sindaci. A richiesta del collega di Parabita riunione fissata per 15 corrente mese è rinviata a domenica 22 corrente mese.

27 novembre 1925 n. 6090. Sottoprefetto di Gallipoli. Al Sindaco di Tuglie. Essendo scaduto il mese di proroga concesso con la sottoprefettizia n. 6090 del 23 ottobre 1925 per la definizione delle trattative circa l’ampliamento di codesto territorio, prega S.V. di comunicare d’urgenza l’esito delle trattative medesime. Il Sottoprefetto di Gallipoli.

17 dicembre 1925 n. 2617. Al Sottoprefetto di Gallipoli. Comunico V.S. che con i Sindaci dei Comuni interessati, non essendosi raggiunto l’accordo, il Sig. Prefetto, su premessa del Sindaco di Sannicola, ha convocato a Lecce i Sindaci medesimi. La riunione non ha avuto luogo per impedimento del Sig. Prefetto. Si attende di essere nuovamente convocati. Il Sindaco.

Adunanza dei Sindaci interessati nella questione dell’ampliamento del territorio del Comune di Tuglie nella sede municipale di Sannicola il giorno 11 aprile 1926 alle ore 10,30; presenti i rappresentanti dei Comuni di Parabita, Tuglie, Neviano e Sannicola nelle persone dei Signori:
1) Cav. Dott. Giuseppe Vinci, Sindaco di Parabita
2) Cav. Oreste Primiceri, Sindaco di Tuglie
3) Chirivì, Assessore Comune di Neviano
4) Comm. Avv. Luigi Stajano, Sindaco di Sannicola
Assente il responsabile del Comune di Alezio- Cav. Ferruccio Fiorito, Sindaco di Alezio. Assiste il Segretario Sig. Salvatore Picciolo.
I convenuti: giunto il momento di prendere una definitiva decisione che deve tener conto degli interessi del Comune di Tuglie e degli interessi degli altri Comuni che subiranno lo smembramento dei propri territori. Note prefettizie di sollecitazione della definizione delle trattative, in ordine alla domanda di ampliamento territoriale. Pur avendo possibilità di opporsi e resistere alla richiesta di ampliamento, i Sindaci ritengono opportuno per un atto di simpatia verso il Comune di Tuglie ed in considerazione delle gravi difficoltà d’indole finanziaria ed economica in cui lo stesso Comune è costretto a svolgere ogni attività in una limitata cerchia di territorio, sacrificare in parte quel sentimento di seria ed onesta intransigenza fin oggi manifestata in ordine alla domanda di ampliamento. Su proposta del Sindaco del Comune di Sannicola, Comm. Avv. Luigi Stajano,
D E L I B E R A
Di essere tutti d’accordo nel ritenere ormai chiusa la fase delle proposte e contro proposte per la soluzione del problema dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.
Segnatamente i rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e Sannicola, deliberano d’impegnare i rispettivi Comuni per la cessione in favore del Comune di Tuglie di una zona di territorio dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno.
Di dare comunicazione del presente accordo al Prefetto per predisporre gli atti per una concreta e sollecita definizione del problema relativo all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.

22 agosto 1926 n. 1672. Comune di Tuglie. Al Sig. Podestà di Sannicola. Chiede se dal Podestà di Sannicola, dal Podestà di Neviano e dai Consigli di Parabita ed Alezio sono state adottate le deliberazioni relative al verbale di adunanza dell’11.4.1926 dai Sindaci del tempo, i cui Comuni sono interessati alla questione dell’ampliamento del territorio di Tuglie. Prega compiacersi di sollecitare i provvedimenti definitivi per la soluzione del problema in parola. Comune di Tuglie, dopo sì lungo tempo di trattative occorso, tanto che Prefetto ebbe ultimamente a raccomandare che i Comuni interessati provvedessero senza ulteriore ritardo a quanto sono chiamati, ha sufficienti motivi per insistere. Continuandosi col ritardo Amministrazione Tuglie si vedrà costretta di promuovere i provvedimenti diretti della competente autorità. Il Sindaco: Oreste Primiceri.

25 agosto 1926 n. 2828. Risposta del Podestà di Sannicola Avv. Luigi Stajano alla nota del Comune di Tuglie n. 1672 del 22.8.1926. Al Sig. Sindaco di Tuglie. Assicura aver sollecitato Podestà di Neviano e Sindaco di Parabita per conoscere decisioni di quelle Amministrazioni. Che il Sindaco di Alezio con lettera del 23 maggio 1926 informava che quell’Amministrazione non poteva dare adesione alla risoluzione adottata dall’adunanza dell’11 aprile, perché lesiva degli interessi del Comune di Alezio. Il Podestà di Sannicola Stajano.

25 settembre 1926. Sindaco di Tuglie. All’On. Presidente della Federazione Prov. Enti Autarchici Lecce. Oggetto: Ampliamento del territorio del Comune di Tuglie. E’ noto a V.S. la pratica per l’ampliamento di questo territorio, per la quale se ne è tanto e validamente occupata, ma intanto è spiacevole constatare come l’opera di V.S. e del Sig. Prefetto fino a questo momento è rimasta ancora inefficace per il ritardo frapposto dai Comuni interessati alla definizione bonaria della questione. Per tale bonario accordo sulla proposta del Sig. Prefetto il Ministero nel maggio 1925 fissò il termine perentorio di un mese, termine che di proroga in proroga si è protratto fino all’aprile u.s., nel quale mese il giorno 11 i sindaci di Parabita, Neviano e Sannicola con l’intervento del sottoscritto stabilirono, sulla proposta del Sindaco di Sannicola quanto appresso:
Di essere tutti d’accordo nel ritenere oramai chiusa la fase delle proposte e controproposte per la soluzione del problema dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie;
Segnatamente i signori rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e Sannicola, deliberano d’impegnare, col presente atto, e salve le necessarie ratifiche dei competenti organi amministrativi, i rispettivi Comuni per la cessione in favore del Comune di Tuglie di una zona di territorio dell’estensione di ettari 150 ciascuno;
Di dare comunicazione del presente accordo all’Ill.mo Sig. Capo della provincia, perché si compiaccia di predisporre gli atti per una concreta e sollecita definizione del problema relativo all’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie.
Il verbale fu comunicato a questo Comune per la sottoscrizione, ma all’egregio Podestà di Sannicola fu fatto osservare con nota 29 luglio 1926 n. 1482, a seguito di chiarimenti chiesti all’Ill.mo sig. Prefetto che al Comune di Tuglie dovevano essere comunicate le deliberazioni delle Amministrazioni interessate rivolgendo viva preghiera di promuovere tali deliberazioni per l’accettazione degli impegni assunti dai rispettivi Sindaci per la cessione a favore del Comune di Tuglie di una zona di territorio dell’estensione di ettari 150 ognuno.
A quella riunione fu assente il Sindaco di Alezio, che sulle insistenze del sig. Podestà di Sannicola informava che il Comune non poteva dare adesione favorevole ritenendosi lesiva degli interessi del Comune.
Ogni ulteriore ritardo alla definizione della questione pregiudica gli interessi materiali e morali di quest’Amministrazione, e perché la pratica possa avere la sua definizione secondo le proposte del Ministero, io non vedo altra via che quella di interessare V.S. perché nella qualità di Presidente della Federazione Provinciale si compiaccia di spiegare tutto il Suo valido interessamento perché da parte dei Comuni di Sannicola, Neviano e Parabita si adottino le deliberazioni per la cessione bonaria dei 150 ettari di terreno, ed il Comune di Alezio spieghi e dia ragione del suo voto contrario alla definizione bonaria; e ciò per rimettere gli atti al Ministero per i definitivi provvedimenti.
Sono certo che la S.V. accoglierà con l’usato benevolo favore la preghiera che io Le rivolgo, manifestandoLe che quest’Amministrazione ripone in Lei piena ed intera la sua fiducia per la risoluzione di una questione tanto vitale per questo Comune. Con osservanza e sentiti ringraziamenti. Il Sindaco: Oreste Primiceri.

25 ottobre 1926 n. 3522. Podestà di Sannicola (Stajano). Al Sindaco di Tuglie. Oggetto: Cessione di suolo comunale in favore del Comune di Tuglie da parte dei Comuni di Sannicola, Alezio, Parabita e Neviano. Chiede di conoscere se Amministrazione di Tuglie aveva adottato alcuna deliberazione sull’oggetto. In caso affermativo, inviare copia della stessa deliberazione.

3 novembre 1926 n. 2203. Sindaco di Tuglie. Al Podestà di Sannicola. In risposta nota di V.S. n. 3522 del 25.10.1926, riferimento quanto scritto con nota del 29 luglio 1926 n. 1482. Nessuna deliberazione è stata adottata da questo Consiglio nei riguardi richiesta Podestà di Sannicola. Ripete che siano adottate, senza ulteriore ritardo, da V.S. dal Consiglio di Parabita e Podestà di Neviano, le speciali deliberazioni riguardanti il bonario componimento dell’ampliamento di questo territorio. Il Sindaco di Tuglie Oreste Primiceri.

COMUNE DI PARABITA. Deliberazione del Consiglio Comunale n. 33 del 2 settembre 1926. Oggetto: “Per l’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie”. 2^ convocazione straordinaria. Presenti: Vinci Cav. Dott. Giuseppe, Sindaco e nove consiglieri. Assenti dieci consiglieri. Segretario Giannuzzi Cav. Beniamino. Il consiglio intesa la proposta e la lettura della nota del 25 decorso mese di agosto n. 2840 del Podestà del Comune di Sannicola; Letta la deliberazione adottata in Sannicola a 11 aprile 1926 dai Sindaci di Parabita, Tuglie, Neviano e Sannicola in assenza del solo rappresentante del Comune di Alezio, con la quale nel dichiarare chiusa la fase delle proposte e controproposte per la soluzione del problema dell’ampliamento territoriale del comune di Tuglie, si statuì a che i comuni di Parabita, Neviano, Sannicola ed Alezio dovessero cedere in favore del Comune di Tuglie una zona di territorio dell’estensione di ettari centocinquanta ciascuno, salvo ratifica per parte delle rispettive amministrazioni comunali. Considerato che tale noiosa pendenza è bene che sia subito ultimata e definita. Con voti unanimi e per appello nominale, delibera di confermare la deliberazione dell’11 aprile 1926 votata dai predetti sindaci, e consente che dal territorio di Parabita sia distaccata una estensione di ettari 150 per l’ampliamento del territorio del Comune di Tuglie, salvo i successivi atti relativi al distacco.

COMUNE DI NEVIANO. Deliberazione del Podestà Cav. Rag. Piccolo Attila in data 14 ottobre 1926. Segretario Donato Marzo. Oggetto: Ampliamento territorio del Comune di Tuglie. Vista la nota 8 ottobre 1926 n. 609 del presidente della Federazione Provinciale Enti Autarchici; Preso atto del verbale di adunanza dei sindaci intervenuti nella questione dell’ampliamento territoriale del Comune di Tuglie, adottata nella tornata dell’undici aprile ultimo; Ritenuto che i convenuti in rappresentanza di questo Comune e di quelli di Parabita e di Sannicola, assente il rappresentante di Alezio, s’impegnarono, ciascuno del proprio Comune, di cedere a quello di Tuglie una estensione di territorio di ettari 150; Delibera di cedere al sullodato Comune di Tuglie, centocinquanta ettari di territorio, concordati nell’adunanza dell’undici aprile anzidetto.

COMUNE DI ALEZIO. Deliberazione del Commissario Prefettizio Miggiano n. 120 del 31 dicembre 1926. Segretario Magno Giuseppe. Oggetto: Ampliamento del territorio di Tuglie-Cessione 150 ettari del territorio di Alezio. Ritenuto che il Consiglio Comunale di Tuglie con deliberazione 2 agosto 1924 ha fatto domanda al Governo del Re per l’ampliamento del proprio territorio, in conformità del R.D. 30 novembre 1923 n. 2839 e col concorso dei Comuni limitrofi di Alezio, Parabita, Sannicola e Neviano. Ritenuto che nonostante il lungo tempo trascorso, i Comuni chiamati a deliberare in merito, non lo hanno ancora fatto, pur essendo stati continuamente invitati dalle Superiori Autorità. Considerato che è ormai tempo di prendere una definitiva decisione sulla abbastanza dibattuta questione. Ritenuto che la Federazione Enti Autarchici della Provincia ha stabilito che ciascun Comune debba concorrere all’ampliamento del territorio di Tuglie con una quota del rispettivo territorio di ettari centocinquanta. Vista la nota della predetta Federazione in data 12 novembre 1926 n, 677, Con i poteri del Consiglio, Delibera di aderire di massima alla richiesta del Comune di Tuglie e di assegnare allo stesso una zona del territorio di Alezio dell’estensione di ettari centocinquanta, e da determinarsi a suo tempo previi accordi fra le due parti interessate.

COMUNE DI SANNICOLA. Deliberazione del Podestà Comm. Avv. Luigi Stajano n. 8 del 16 febbraio 1927. Segretario Picciolo Salvatore. Oggetto: Cessione di territorio in favore del Comune di Tuglie. Considerato che già con deliberazione 2 agosto 1924 il Comune di Tuglie domandava al Governo del Re la concessione dell’ampliamento del proprio territorio in conformità delle disposizioni contenute nel R. Decreto 30.12.1923 n. 2839; Considerato che in successive riunioni fra i Rappresentanti dei Comuni interessati nella pratica di ampliamento indicata, veniva considerata l’opportunità di addivenire all’accoglimento parziale delle richieste avanzate dal Comune di Tuglie senza insistere sul criterio giuridico dell’applicabilità o meno delle disposizioni di Legge invocate dal Comune di Tuglie; Che tale accoglimento si otteneva dopo laboriose trattative solo l’11 del mese di aprile 1926 nel Gabinetto del Sindaco di Sannicola, presenti i legittimi Rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano, Sannicola e Tuglie; assente il solo Rappresentante del Comune di Alezio; Considerato che nell’adunanza ricordata i Rappresentanti dei Comuni di Parabita, Neviano e Sannicola, deliberano di impegnare i rispettivi Comuni per la cessione, in favore del Comune di Tuglie, di una zona dell’estensione di circa 150 ettari ciascuna, per la definitiva sistemazione di quel territorio; Ritenuto di dover dare esecuzione all’impegno, per la propria parte, assunto e che d’altronde, in sede di riordinamento della giurisdizione territoriale dei Comuni di Alezio, Neviano, Parabita, Sannicola e Tuglie, s’impone l’eliminazione dell’anormalità dell’amministrazione promiscua della Frazione di San Simone, gestita insieme dal Comune di Sannicola e da quello di Alezio nella rispettiva proporzione numerica di cinquecentonove e duecento abitanti, ciò che dà luogo, nel fatto, a seri inconvenienti specialmente per quanto riflette il seppellimento dei defunti, che pur appartenendo nella stessa famiglia debbono essere sepolti in Cimiteri diversi; l’illuminazione pubblica, la gestione delle scuole e di qualsiasi altro pubblico servizio; Considerato che, la lamentata anomalia nell’Amministrazione della Frazione San Simone danneggia seriamente gli interessi civili dell’intera Borgata e ne sacrifica ogni aspirazione; ritenuto giusto, per principio, che la intera Borgata San Simone passi alla dipendenza di un’unica Amministrazione e che, nel caso ed in proporzione degli abitanti e degli interessi divisi, passi all’Amministrazione di questo Comune; vista la domanda presentata dalla maggioranza degli elettori residenti nella frazione; Delibera di cedere, al Comune di Tuglie, ettari 150 di territorio, sull’attuale confine per il proprio sviluppo economico. Fa voti al Governo di Sua Maestà il Re, perché, sul riordinamento territoriale fra i Comuni di Alezio, Neviano, Parabita, Sannicola e Tuglie, che avrà luogo in virtù dell’accoglimento parziale della richiesta di Tuglie, sia tenuto conto della domanda della maggioranza degli elettori della frazione di San Simone, rivolta ad ottenere l’aggregazione al Comune di Sannicola di quella parte della frazione stessa, attualmente posta sotto la giurisdizione del Comune di Alezio.

10 marzo 1927 Anno V n. 2365/1181 di Prot. Regia Prefettura di Lecce. Oggetto: Ampliamento territorio. Al Sindaco di Tuglie. Si trasmettono a V.S. le unite quattro deliberazioni delle Amministrazioni Comunali di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita, con le quali ciascuno dei detti Comuni aderisce a cedere 150 ettari del proprio territorio per l’ampliamento di quello di Tuglie. Pregasi V.S. di far adottare una corrispondente deliberazione di accettazione dal Consiglio Comunale e di far tenere una pianta delle nuove zone territoriali da annettere, insieme, con una istanza al Governo del Re perché l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. Il Prefetto di Lecce.

1 aprile 1927 n. 576. Sindaco di Tuglie. Al Prefetto di Lecce. Riferimento nota n. 2365/1181. Il Sindaco per la compilazione del progetto di ampliamento del territorio chiede di dare assicurazione al Sig. Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce che il Comune di Tuglie per pubblica utilità è costretto a richiedere allo stesso in esecuzione dei diritti fiscali, copia dei fogli di mappa dei Comuni di Tuglie, Parabita, Alezio, Sannicola e Neviano. Il Sindaco di Tuglie.

1 aprile 1927 n. 715. Sindaco di Tuglie. Alla Direzione Generale del Catasto e Servizi Terreni di Finanza – Roma. Il Sindaco di Tuglie comunica che la Prefettura di Lecce con nota n. 2365/1181 dispone che essendo concordi i Comuni di Alezio, Parabita, Sannicola e Neviano nella cessione di 150 ettari ciascuno, questo Comune di Tuglie debba compilare un progetto di ampliamento di questo territorio. Prega disporre all’Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce il rilascio della copia del foglio di mappa dei quattro Comuni indicati e di quello di Tuglie, con le superfici e ditte. Il Sindaco.

All’Ingegnere Capo dell’Ufficio Tecnico Erariale di Lecce. Prega svolgere pratiche necessarie per ottenere le copie dei fogli di mappa dei Comuni interessati compreso il Comune di Tuglie. Il Sindaco di Tuglie.

8 giugno 1927 n. 1748. Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce. Al Podestà di Tuglie. In 4 plichi raccomandati trasmette copia della mappa di Tuglie e quella di Alezio, Neviano, Parabita e Sannicola. L’Ingegnere Capo Ufficio.

25 novembre 1927 n. 576. Anno VI. Municipio di Tuglie. Riferimento nota 10 marzo 1927 n. 2365/1181. Al Prefetto di Lecce. Il Podestà di Tuglie trasmette:
1) Domanda al Governo di Sua Maestà il Re.
2) Copia deliberazione Consiglio Comunale 2 agosto 1924
3) Deliberazioni Comuni di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano
4) Deliberazione Podestà Tuglie n. 43 del 18 novembre 1927 con la quale si accettano le cessioni previste
5) Una pianta, in 4 sezioni, delle zone territoriali da annettere.
Che si trasmettono al Prefetto di Lecce con preghiera di voler curare l’invio al Governo di Sua Maestà il Re. Tuglie, 25 novembre 1927 Anno VI.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri

25 novembre 1927. Al Governo del Re – Roma – Il sottoscritto Podestà del Comune di Tuglie , in esecuzione alla deliberazione del Consiglio 2 agosto 1924 ed a quella del Podestà adottata in data 18 novembre 1927, relativa all’ampliamento del territorio di questo Comune, essendo intervenuto l’accordo bonario tra i Comuni limitrofi di Parabita, Sannicola, Alezio e Neviano per la cessione da parte di ciascuno di detti Comuni di ETTARI 150 di territorio da annettere a quello di Tuglie, riconosciuto insufficiente per il suo sviluppo economico, presenta domanda perché l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. Alla domanda la prescritta documentazione.
Tuglie, 25 novembre 1927 Anno VI.
IL PODESTA’: Oreste Primiceri

AL SEGRETARIO POLITICO P.N.F. TUGLIE. In merito alla pratica per l’ampliamento del territorio di questo Comune, mi onoro comunicare alla S.V. quanto segue: Questo Comune con deliberazione del 2 agosto 1924 giuste le disposizioni contenute nell’art. 8 del R.D. 30.12.1923 n. 2839 faceva istanza al Governo del Re per ottenere l’ampliamento del proprio territorio, chiuso in angusti limiti, contrastanti il proprio sviluppo economico, tra i Comuni di Neviano, Sannicola, Alezio, Parabita. L’On.le Ministero, in seguito alla detta domanda, nel maggio 1925, rimettendo la stessa alla R. Prefettura invitava i predetti Comuni ad un componimento bonario con questa Amministrazione e nel termine perentorio di mesi uno. Tale accordo bonario fu effettivamente ostacolato da parte delle Amministrazioni dei Comuni interessati, i quali alla fine credettero più prudente e conveniente aderire all’invito ricevuto. Difatti con la nota della R. Prefettura del 10 marzo 1927 si trasmetteva copia delle deliberazioni dei Comuni di Parabita, Alezio, Sannicola e Neviano, n. 2365/1181 di Prot. mentre si chiedeva inoltre che questa Amministrazione adottasse corrispondente deliberazione di accettazione facendo tenere una pianta delle nuove zone territoriali da annettere con istanza al Governo del Re perché l’accordo intervenuto sia sanzionato con Regio Decreto. A quanto sopra fu ottemperato da parte di questa Amministrazione al più presto possibile. Difatti il 25 novembre 1927 espletata la pratica, fu rimessa alla Regia Prefettura, perché corredata del necessario fosse rimessa al Superiore Ministero. Il Corpo Reale del Genio Civile con nota del 3 aprile 1928 comunicava a questa Amministrazione che, essendo pervenuti dalla Regia Prefettura gli atti per l’ampliamento del territorio di questo Comune, era necessario inviare al predetto ufficio del Genio Civile la somma di £. 300 per indennità di sopraluoghi, rimborsi di viaggio e spese varie. La somma richiesta fu trasmessa il 17 dello stesso mese di aprile e dopo tale data nessuna notizia si è più saputa in merito. Con stima. Il Podestà di Tuglie: Oreste Primiceri.

3 aprile 1928 Anno VI n. 1409. Corpo Reale del Genio Civile. Ufficio per le province di Lecce e Brindisi – Lecce – Al Comune di Tuglie. Essendo pervenuti dalla R.Prefettura di Lecce gli atti per l’ampliamento territoriale di codesto Comune, pregasi inviare a questo Ufficio la somma di £. 300 per indennità di sopralluoghi, rimborsi di viaggio e spese varie, di bollo di copie, acconti per l’espletamento dell’incarico ricevuto. L’ingegnere dirigente.
Emesso mandato del Comune di Tuglie in data 5 aprile 1928 n. 59 di £. 300, inviate con vaglia.

In data 28 giugno 1928 viene dato a San Rossore il DECRETO a firma di Vittorio Emanuele III e controfirmato da Mussolini.

9 agosto 1928 n. 3200 di prot. Regia Prefettura di Lecce. Al Podestà di Tuglie. Si trasmette a V.S. copia del R. D. 28 giugno 1928 Anno VI. Un esemplare della pianta, fatta eseguire d’ufficio, per l’ampliamento del territorio di codesto Comune, vistata dal Ministero, si è depositata presso questa Prefettura e V.S. potrà prendere visione e farne estrarre copia. Occorre ora che V.S. si rivolga all’Ufficio Catastale per i provvedimenti di esecuzione di competenza di quest’ultimo. Il Prefetto.

9 agosto 1928 n. 3200. Regia Prefettura di Lecce. Al Podestà di Tuglie. OGGETTO: Esecuzione R.D. 28 giugno 1928 circa modificazione territoriale. Al Sig. Podestà di Tuglie. Con lettera a parte è stato trasmessa a V.S. copia del R.D. indicato in oggetto. Occorre ora dare esecuzione art. 2 del Decreto circa il regolamento dei rapporti patrimoniali, che sarà quanto mai agevole esistendo già le deliberazioni delle Amministrazioni interessate che consentono incondizionatamente la cessione di 150 ettari di territorio per l’ampliamento di quello di Tuglie. Invito a conferire col Vice Prefetto la mattina di lunedì 13 alle ore 10. I Podestà di Alezio e Sannicola dovranno conferire in rapporto alla posizione di San Simone con gli elementi in loro possesso. Il Prefetto.

7 settembre 1928 Direzione Istituto Geografico Militare di Firenze. Oggetto: Limiti Comunali. Al Podestà di Tuglie. Ministero dell’Interno ha trasmesso il tracciato del limite comunale del Comune di Tuglie per riportarlo sulle carte militari. Non consente di correggere i tipi in possesso. Chiede che siano segnati detti limiti sulla copia del quadrante 50.000 trasmesso. Il Direttore.

10 novembre 1928 n. 3013. Ufficio Tecnico del Catasto di Lecce. Atti catastali. Copia fogli di Mappa del Territorio aggiunto.

Nell’aprile del 1929 si trasmette all’Istituto Geografico Militare di Firenze per aggiornamento carta topografica militare, copia del nuovo territorio del Comune di Tuglie.

9 novembre 1931 Anno X n. 3091. Comune di Tuglie. A S.E. Il Prefetto di Lecce. Oggetto: Designazione sul terreno dei confini del territorio di Tuglie. Interessare Ufficio del Catasto a designare proprio tecnico per la delimitazione sul terreno del territorio di questo Comune, dopo l’allargamento effettuato. Urgente compilazione dei ruoli delle tasse comunali e particolarmente della tassa di industria e patente. Al compimento delle operazioni di delimitazione siano presenti Podestà Comuni interessati. Il Podestà: Oreste Primiceri.

21 giugno 1932 Anno X n. 1782. Comune di Tuglie. Ai Podestà di Alezio, Sannicola, Neviano e Parabita. In seguito all’allargamento di questo territorio con zone di codesti Comuni, molti fittuari e mezzadri di dette zone che pagavano la tassa di esercizio a codesto Comune, debbono ora pagare a questo Comune la nuova tassa di patente. La S.V., pertanto, è pregata di accantonare le somme comprese nel ruolo di patente per l’esercizio in corso, di pertinenza di questo Comune. Il Podestà di Tuglie.

16 marzo 1933. Anno XI Comune di Tuglie. Al Prefetto di Lecce. Con R.D. 28 giugno 1928 fu ampliato questo territorio comunale con aggregazione di zone dei territori di Alezio, Sannicola, Neviano, Parabita, ma non si è proceduto ancora alla delimitazione territoriale, mediante l’apposizione dei termini lapidei, in contestazione con i rappresentanti dei Comuni interessati. Problemi per decidere eventuali infrazioni regolamento Polizia stradale e per emanare ordini in merito a fatti riguardanti un tronco stradale (strada vicinale) appartenente al territorio di Alezio, prima del citato Decreto del Re. Indicare se competente a decidere sia il Podestà di Alezio oppure lo scrivente Podestà di Tuglie.(Oreste Primiceri).

 

Lucio Causo


 

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