IN GIRO PER IL SALENTO IL VILLAGGIO RUPESTRE DI MACURANO
Oltre a Corsano, un altro paese che sorge a metà del costone della Serra
dei Cianci occupando una posizione “altimetrica” (184 metri s.l.m.), è
ALESSANO, riportato nelle fonti antiche come castrum Leocadense. Nel periodo
medievale rivestì particolare importanza per essere stato designato quale
centro primario della diocesi di Leuca, per cui tutti i vescovi dovevano
denominarsi col titolo delle due cittadine. Tale privilegio fu abolito
quando fu soppressa la diocesi Alessano – Leuca (1818). Nel 1585 la
cittadina era governata dal conte di Alessano e vi era la Chiesa Cattedrale
intitolata a Gesù Cristo “il Salvatore”, soggetta alla chiesa metropolitana
di Otranto. Contiguo alla cattedrale vi era un decoroso edificio
residenziale destinato all’abitazione del Vescovo ed il campanile con cinque
campane di cui una piuttosto grande. Con la soppressione della feudalità,
Alessano assurse a capoluogo di quasi tutta la zona del “Capo di Leuca” e fu
dotata di Pretura e Tribunale di Conciliazione, Osservatorio Meteorologico,
Stazione Telegrafica e Regia Stazione Sperimentale del tabacco.
Passeggiando per le vie del borgo si possono ammirare splendidi palazzi
appartenenti alle famiglie più nobili e antiche del paese: quello dei
Sangiovanni e quello dei Lègari, poi vi è il Palazzo Ducale, costruito sotto
la Signoria dei Del Balzo ricordato dallo stemma della casata. La Chiesa di
S. Antonio è la più antica di tutte le chiese, secondo la leggenda sarebbe
stata costruita da San Francesco d’Assisi; la Chiesa dei Cappuccini del
1628, annessa al convento, all’interno è da ammirare la pala raffigurante
“Il perdono di Assisi”, opera di Fra’ Angelo da Copertino, donata dalla
duchessa di Guarini nel 1650; la Cattedrale dedicata a Gesù Cristo, iniziata
nel 1763 e completata nel 1845, ricca di quadri di pittori famosi. La festa
patronale di Alessano è dedicata a S. Trifone che dal 1701 protegge il paese
dalle cavallette. Analoga devozione viene tributata a S. Paolo che secondo
la leggenda salvò il paese dai serpenti che lo avevano invaso. Ad Alessano è
nato Don Tonino Bello (1935-1993), vescovo di Molfetta, Terlizzi,
Giovinazzo, Ruvo, fautore della non violenza e protettore dei diseredati del
mondo, capofila della marcia dell’ONU dei poveri, svoltasi nel 1992 a
Sarajevo, distrutta dalla guerra. Don Tonino è morto in odore di santità, la
sua tomba è situata nel Cimitero di Alessano, meta di numerosissimi
pellegrinaggi.
Nella
periferia rupestre di Alessano si trova il villaggio rupestre di Macurano,
considerato uno dei più integri della regione pugliese. Si estende su una
serie di pianori collegati da scalette scavate nella roccia su cui si
affacciano delle grotte per gli uomini, per gli animali e per depositi
agricoli. Nascosti tra le rocce vi sono dei pozzi e delle cisterne che
alimentano un grezzo sistema di canalizzazione per la distribuzione
dell’acqua. Vi sono tre frantoi ipogei forniti di mole per la lavorazione
delle olive e la produzione dell’olio. Il villaggio di Macurano era stato
abitato per otto secoli da popolazioni dedite all’agricoltura e alla
produzione dell’olio. Dopo il medioevo venne inglobato nelle masserie sorte
tra il XVI e il XVIII secolo. In una di queste masserie fu inglobata la
Torre del villaggio costruita nel 1500. In altre masserie si conservano
antiche vasche scavate nella roccia e all’esterno vi sono due aie abbastanza
grandi con le croci di tufo poste ai quattro lati. Le testimonianze olearie
ricorrono a Macurano con la presenza di 38 trappeti portati alla luce nelle
vicinanze dell’abitato urbano. L’esistenza di tanti trappeti testimonia
l’attività olearia di questo centro rupestre che ha origini millenarie.
Quegli antichi trappeti col passare del tempo hanno consentito di delineare
l’evoluzione delle tecniche e degli ambienti dei trappeti in grotta (frantoi
ipogei) in moderni stabilimenti oleari. E’ l’avanzata del progresso.
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Tuglie...per raccontar paese...
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